Renzi e il Def, tutto gira intorno alla spending review
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Renzi e il Def, tutto gira intorno alla spending review

Proprio dai tagli alla spesa pubblica dovranno arrivare le risorse necessarie a realizzare gran parte dei futuri programmi economici

“Tecnicamente è ancora un azzardo, ma si intravvede una concretezza mai percepita in passato”. Commenta così Carlo Scarpa, economista dell’Università di Brescia, il programma economico del governo Renzi che punta tra le altre cose ad un taglio dell’Irpef per la busta paga di milioni di lavoratori dipendenti facendo affidamento sulle risorse che arriveranno dalla spending review. E’ questo infatti uno degli aspetti più controversi del Def, il Docuumento di economia e finanza, presentato ieri dall’esecutivo. In passato infatti più volte si è parlato di tagli alla spesa pubblica, un mostro da più di 800 miliardi di euro all’anno, però quasi sempre gli annunci si sono risolti nel nulla.

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Nel caso specifico poi, oltre al danno, potrebbe esserci anche la beffa per milioni di lavoratori dipendenti che vedrebbero sfumare l’annunciato taglio dell’Irpef. “In effetti – dice Scarpa – mettere a budget del denaro che ancora non si è incassato, è sempre estremamente pericoloso. In questo caso però la controllabilità dell’importo sembra molto più fattibile, rispetto a voci fittizie su cui si è puntato in passato, come quelle, ad esempio, della lotta all’evasione fiscale”. E le cifre di cui si discute sono quelle annunciate ieri dallo stesso premier Renzi, che ha parlato di un gettito dalla spending review che, per il 2014, potrebbe essere di circa 4,5 miliardi di euro, arrivando nella migliore delle ipotesi addirittura a quota 6 miliardi.

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Quanto basterebbe dunque a coprire quasi integralmente i taglio dell’Irpef che, in questo2014, ossia da maggio a dicembre, costerà alle casse dello Stato circa 6 miliardi. Altri fondi poi dovrebbero arrivare dal gettito dell’Iva e dall’aumento della tassazione delle quote di Bankitalia detenute dagli istituti di credito. Il grosso però dovrà arrivare proprio dalla spending review, e pare che questa volta lo scetticismo che solitamente, come accennato, ha circondato iniziative di questo tipo, sia in parte svanito. “D’altronde – spiega ancora Scarpa – ci sono provvedimenti come quello sulle Province o sui tagli agli stipendi degli alti dirigenti pubblici che hanno già cominciato ad assumere una precisa identità legislativa”.

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Detto ciò però, per avere una certezza assoluta bisognerà comunque attendere gli atti di legge che renderanno esecutivi i provvedimenti in questione. Un elemento però pare giocare a favore della loro realizzabilità. “Il premier Renzi – sottolinea Scarpa – si sta politicamente giocando tutto in questa partita. Sembra essere la prima persona alla guida del Paese che ci crede davvero e questo gli sta facendo guadagnare tanta credibilità, una valore aggiunto che potrà essere decisivo anche quando si tratterà di rendere effettivi i tagli della spending review”.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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