Decreto lavoro: i tre temi caldi su contratti e apprendistato
Daniele Scudieri/Imagoeconomica
Economia

Decreto lavoro: i tre temi caldi su contratti e apprendistato

Sulla riforma del ministro Poletti il governo traballa paurosamente. L'ex sindacalista Giuliano Cazzola spiega le "questioni politiche e di merito" su cui si discute

Al primo appuntamento con una riforma vera, quella del lavoro, il governo Renzi barcolla paurosamente. Nel primo pomeriggio, dopo un vertice tra i partiti che lo sostengono, Ncd ha deciso che voterà comunque la fiducia annunciando, però che al Senato, farà di tutto per modificare la norma. Che, pur essendo giovanissima (è stata presentata dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti non più di un mese fa) ha già avuto una vita travagliata con le modifiche alla commissione Lavoro della Camera che hanno fatto storcere il naso al Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano e a Scelta Civica.

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"L’arrabbiatura politica è molto forte", spiega Giuliano Cazzola, ex sindacalista della Cgil, esperto di questioni legate all'occupazione e prossimo candidato alle europee per Ncd, "perchè la riscrittura del decreto da parte della Commissione Lavoro della Camera è di fatto una mediazione tra il ministro del Lavoro, Poletti, e la minoranza del Pd, rappresentata dal presidente della Commissione stessa Cesare Damiano. Questo, politicamente, è inaccettabile perché per raggiungere quella mediazione non sono stati presi in considerazione gli emendamenti degli altri partiti della maggioranza”.

Nel merito, quali sono le modifiche che contesta?
Intanto, per quanto riguarda la regolazione dei contratti a tempo determinato, che i rinnovi possibili del contratto, senza causale, siano scesi da 8 nell'arco di 36 mesi a 5 nello stesso periodo di tempo. 

E poi?
C'è una norma che impone all'azienda di assumere retroattivamente una persona fin dal primo giorno che è entrata in azienda nel caso in cui le abbia fatto un contratto a tempo indeterminato non dovuto oppure in una data sbagliata. Insomma: per qualsiasi tipo di errore materiale l'impresa deve trasformare, retroattivamente, un contratto a tempo determinato in uno a tempo indeterminato.

Anche le nuove norme sulla formazione professionale non vi convincono?
No. La legge Fornero prevedeva che le imprese fossero costrette ad assumere il 30% degli apprendisti, per i primi tre anni di vigenza della legge. Successivamente questa percentuale saliva al 50%. Nel decreto Poletti tutti questi vincoli saltavano mentre, in commissione Lavoro, la minoranza del Pd è riuscita a imporre altri vincoli alle imprese. Ad esempio: il programma formativo deve necessariamente essere scritto nero su bianco ma, soprattutto Damiano ha reinserito ancora dei vincoli all’assunzione: il 20% di coloro che entrano nelle imprese che hanno più di 30 dipendenti va assunto obbligatoriamente a tempo indeterminato alla fine dei 3 anni di apprendistato. 

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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