D'Urso: Barbara d’Albania
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D'Urso: Barbara d’Albania

La D’Urso ha registrato a Tirana tre puntate di uno show per presentare i candidati alle prossime elezioni. Ispirandosi al grande successo del suo programma italiano

Tre, due, uno… azione! Bamir Topi, 56 anni, ex presidente della Repubblica albanese, fa il suo ingresso negli studi ultramoderni di Kontrata për Shqiptarët, ossia Contratto per l’Albania, il talk-show politico della neonata tv di Tirana Agon Channel. Ad accoglierlo c’è una conduttrice d’eccezione: Barbara D’Urso, volata nel Paese delle aquile per incontrare i protagonisti della scena politica locale in vista delle elezioni parlamentari del 23 giugno. "La seguo sempre su Pomeriggio Cinque" esclama Topi, facendo sgranare gli occhi alla padrona di casa. È la sera del 4 giugno e lo studio costruito in due mesi ai primi dell’anno richiamando lo stile asciutto, quasi geometrico, della Cnn è gremito di spettatori. Ma che c’entra D’Urso, che per i suoi detrattori non fa che incarnare il simbolo della tv trash o al più è degna delle sole casalinghe? C’entra, eccome. Perché da queste parti è conosciuta. Molto conosciuta. E le parole di Topi non fanno che confermarlo.

Miracolo del tubo catodico. A Tirana e dintorni la televisione italiana detta legge. Lo faceva ai tempi della dittatura comunista e continua a farlo ancora oggi, nonostante l’esplosione di canali locali. Non a caso la quasi totalità degli albanesi parla un buon italiano. Per il patron di Agon Channel, l’italiano Francesco Becchetti, a capo della holding di famiglia Becchetti Energy Group attiva sul fronte delle rinnovabili e dei rifiuti, ma con il pallino dei media, «Barbara è tra i volti televisivi italiani più amati in Albania». In altre parole: ingaggiarla per lui significa fare bingo. Quale migliore traino per fare accreditare il suo canale tv? E poi il taglio del programma firmato da uno dei fedelissimi della conduttrice, Gianni Tramontano, ricalca l’approccio popolar-politico tipico della stakanovista del video nostrano con anche 20 ore settimanali di diretta tv su Canale 5.

"L’idea è far conoscere il lato umano dei candidati con notizie sulla loro vita privata, successi e fallimenti, sogni futuri" precisa D’Urso, fra una registrazione e l’altra, mentre la truccatrice Rosa Greco e il parrucchiere Lucesio Mattioli, con lei sempre e comunque, anche in Albania, danno gli ultimi ritocchi. E così tocca a Bamir Topi, ex alleato di ferro del premier Sali Berisha, oggi a capo della neonata formazione Frd, dire la sua. Poi è il turno di Mimi Kodheli, già vicesindaco di Tirana, braccio destro del leader socialista Edi Rama. E infine c’è Ilir Meta, a capo dell’Lsi, confluito nella maxicoalizione di centrosinistra guidata proprio da Rama. Raccontano l’infanzia, i primi amori, le delusioni, le speranze. Persino Topi, chiamato da queste parti "il presidente silenzioso" proprio per l’avversione a parlare in pubblico (figuriamoci di se stesso), si lascia andare. Arrivando a evocare uno dei pezzi cult di Adriano Celentano, Storia d’amore, quale canzone simbolo del suo matrimonio, celebrato nel 1986.

"Ho il dono di fare parlare la gente, politici e non" prosegue la conduttrice. E ricorda le sue interviste con Enrico Letta, Dario Franceschini, Marco Pannella, Walter Veltroni, Matteo Renzi, Pier Ferdinando Casini e altri ancora. E ovviamente quella che lo scorso 16 dicembre diede il via alla campagna elettorale di Silvio Berlusconi dopo mesi di silenzio: "Sono stata sommersa da critiche, ma non mi preoccupo" continua. "Io sono sempre stata o molto amata o molto odiata. E va bene così. Non mi piacciono i consensi tiepidi". Mentre sul caso Marino Mastrangeli, il senatore grillino cacciato dal Movimento 5 stelle, perché andava in tv da lei, è caustica: "A ognuno le sue scelte". Salvo definire "di un maschilismo feroce" chi all’interno del M5s ha posto il veto sulle sue trasmissioni etichettandola come una "p…". Chi? D’Urso non lo dice, ma il nome che circola con insistenza è quello di uno degli uomini di punta della comunicazione grillina conosciuto dalla conduttrice prima del suo debutto in politica. Motivo di tanta acredine? D’Urso non ne avrebbe sostenuto l’ascesa evitando di invitarlo in trasmissione.

Ma qui a Tirana le polemiche di casa nostra non interessano affatto. E poi per D’Urso è l’ora di fare entrare in scena altri tre politici italiani venuti in Albania per confrontarsi a tutto campo con i tre candidati albanesi. E così ecco Michela Vittoria Brambilla (Pdl) nei panni di interlocutore d’eccezione di Topi; Livia Turco (Pd) a braccetto con Kodheli; e Stefania Craxi (Riformisti italiani) a fianco di Meta. Il dibattito è serrato e verte perlopiù su temi ambientali, culturali e integrazione. È l’esponente pd, ministro della Solidarietà sociale ai tempi dell’emergenza scafisti quando negli anni 90 si riversarono sulle coste italiane centinaia di migliaia di albanesi alla ricerca della terra promessa, a fare una digressione: "L’Albania di oggi non ha nulla a che fare con l’Albania di quegli anni, quando l’intera impalcatura dello stato andava costruita. Oggi è un paese in crescita che punta a entrare nell’Unione Europea".

Applausi, applausi scroscianti. Anche per D’Urso, che da queste parti è molto amata. Persino il presidente della Repubblica Bujar Nishani ha voluto inserirla nel suo protocollo. È successo la sera del 3 giugno in occasione del ricevimento dato dall’ambasciatore italiano in Albania, Massimo Gaiani, per la nostra festa della Repubblica. Nishani è l’ospite d’onore. Ma gli occhi sono tutti puntati sulla conduttrice, accolta con i massimi onori. L’evento è di richiamo al punto che a poche ore di distanza Agon Channel ricorre al notiziario straordinario (Breaking news) per annunciare l’arrivo di D’Urso nella residenza italiana. L’anchorwoman Sonila Meco la definisce "la regina della tv italiana". E la gente di Tirana sembra d’accordo.

Sono sufficienti un paio d’ore di passeggiata nel cuore della capitale per averne conferma. C’è chi si limita a lanciarle qualche occhiata, chi si avvicina per scattarle una foto o azzardare un saluto, e chi sussurra: "È la signora della tv…". Appunto. Lei sorride, parla con i venditori ambulanti, lascia un paio di monete a un anziano suonatore di cornamusa. E confida: "Alcuni angoli di Tirana mi ricordano Laurenzano, il paese di mio padre, in Lucania, quando ero piccola e giravo per mano con lui… Ma poi mi giro ed ecco un grattacielo tutto specchi. Mi piace questa città, la sua gente. Ci tornerò".

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Zornitza Kratchmarova

Il nome? È strano, d’accordo. Sono bulgara, ma vivo in Italia da sempre o quasi. Anche se la vita Oltrecortina me la ricordo bene. Essere un ibrido mi piace. Né bulgara né italiana. Credo che aiuti ad avere punti di vista diversi, forse più sfaccettati. Per il resto che dire… Sono laureata in Scienze Politiche alla Statale di Milano. Quello che apprezzo di più? La franchezza! Costi quello che costi! Nel lavoro e nella vita privata. Non fa differenza! Quindi? Siate franchi! Ditemi quello che pensate, scrivetemi, fatevi sentire. Nel bene e nel male! L’idea di questo blog è spiegare sigle astruse in un linguaggio semplice e per quanto possibile divertente. Vale lo stesso principio: scrivete! Datemi suggerimenti di ogni tipo! Fate commenti!

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