Chi sono i nuovi poveri
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Chi sono i nuovi poveri

Secondo monsignor Enrico Feroci della Caritas di Roma a rischiare di più sono le famiglie con figli

Lavoro e figli: sono questi i due fattori che in Italia possono spingere le famiglie verso la povertà. Nel senso che non avere un lavoro o perderlo improvvisamente, e avere dei figli, magari due o tre, nella situazione di crisi attuale, rappresentano condizioni sufficienti per ritrovarsi in uno stato di indigenza. Ad evidenziarlo non ci sono solo i dati dell’Istat, che hanno fotografato un panorama del Paese in cui una famiglia su cinque e quasi un milione e mezzo di minori sono sotto la soglia di povertà, ma anche monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, che vive questa triste realtà quotidianamente.

POVERI, GLI IMPIETOSI NUMERI DELL'ISTAT

“Oggi la crisi colpisce in maniera pesante soprattutto la classe media –spiega monsignor Feroci – ed è proprio in questa fascia di popolazione che cresce drammaticamente la povertà. Il problema è innanzitutto il lavoro, con tanti soggetti che hanno difficoltà a ricollocarsi quando perdono l’occupazione”. Una realtà che tra l’altro è anche difficile da far emergere. “Spesso noi andiamo direttamente a casa delle famiglie in difficoltà –continua il direttore della Caritas di Roma –e ci confrontiamo con condizioni di vita che non potremmo immaginare. E questo perché molte famiglie tendono a nascondere il proprio stato di povertà, per non farlo sapere a vicini o condomini, perché semplicemente si vergognano”.

COME SI DIVENTA POVERI IN ITALIA

Si tratta di nuclei familiari che spesso viaggiano sul filo del rasoio: basta una malattia o anche solo un’automobile che si rompe, magari proprio quella utilizzata per andare al lavoro, e si rischia di non riuscire più a far quadrare i conti. Ma se il lavoro è certamente il problema più immediato ed evidente, c’è un altro fattore che incredibilmente negli ultimi anni è diventato di forte rischio. “In molte famiglie – afferma con sgomento monsignor Feroci – se nasce un figlio si rischia di finire sotto la soglia di povertà, e questo è inaccettabile. Nessuno può essere infatti colpevolizzato per il semplice fatto di aver voluto mettere al mondo una creatura. Eppure in Italia al momento le famiglie con più di due figli nella maggior parte dei casi hanno serie difficoltà economiche”.

TUTTA COLPA DELLA CRISI

Una situazione questa che spinge monsignor Feroci a lanciare un vero e proprio allarme. “Negli ultimi anni la famiglia, e soprattutto i figli, sono stati completamente dimenticati dallo Stato. Si fa poco e nulla per sostenere i nuclei familiari, a differenza di Paesi come la Francia dove da anni invece ci sono interventi pubblici diretti a favore dei nuclei con prole”. E’ forse anche per questo che molto spesso agli operatori della Caritas che portano sostegno materiale alle famiglie, consegnando il più delle volte generi alimentari, tante famiglie chiedono anche un supporto umano e morale, a testimonianza della condizione di assoluto abbandono in cui spesso versano.

ANCHE IN EUROPA POVERTA' SEMPRE PIU' DIFFUSA

“Domenica scorsa ero in una delle nostre mense e ho incontrato una di queste famiglie che con tre figli mangiava in mezzo ai cosiddetti barboni, quelli che una volta erano gli unici a poter essere considerati poveri”. Oggi purtroppo non è più così, e il vero dramma è che il confine tra una situazione di vita normale e quello di indigenza può essere superato in maniera anche molto improvvisa. “Tanti se non tutti oggi possono ritrovarsi ad essere poveri da un momento all’altro a causa di uno dei problemi sopra citati  – conclude monsignor Feroci – e la disgrazia è che i giovani, i tanti giovani che incontriamo quotidianamente nella nostra attività, sembrano non avere nessuna prospettiva per il futuro, vivono alla giornata e questa situazione alla lunga potrà avere effetti devastanti per il nostro Paese”.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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