Crisi greca, banche americane pronte con camion di contanti al confine greco
Economia

Crisi greca, banche americane pronte con camion di contanti al confine greco

Banche e aziende statunitensi si preparano ad un possibile "Grexit". Il New York Times racconta come

E' da tempo ormai che negli Stati Uniti guardano con apprensione alla crisi europea e alle difficolta' della Grecia in particolare. Ora sembra si sia passati alla fase 2, ovvero un vero e proprio piano d'azione da far scattare non appena si profili la cosiddetta "Grexit", ovvero l'uscita della Grecia dall'Europa. Come? Secondo il New York Times ci sarebbero pronti camion pieni di denaro contante al confine con il Paese ellenico.

"Bank of America Merril Lynch ha gia' messo da parte dei camion pronti ad essere riempiti di denaro e inviati al confine greco cosi' che i clienti possano pagare i dipendenti locali e i fornitori se il denaro fosse indisponibile" spiega infatti il quodiano della Grande Mela. Ma non si tratta dell'unica strategia messa a punto. "Ford ha configurato i suoi sistemi informatici in modo da essere in grado, immediatamente, di gestire una nuova moneta greca". Insomma, se la Grecia optasse per l'uscita dalla moneta unica o ne fosse costretta, il colosso americano potrebbe essere in grado di maneggiare una nuova dracma.

Piu' o meno quanto si e' preparata a fare anche JP Morgan, che sempre secondo il New York Times ha gia' creato conti correnti per alcuni grandi clienti americani "disposti - scrive ancora il giornale statunitense - per una nuova dracma in Grecia o per qualsiasi altra moneta possa venir dopo l'euro in altre nazioni". Nessuno, secondo il NYTimes, sa bene come potrebbe essere gestita l'uscita della Grecia o della Spagna o di chiunque altro dalla moneta unica. Ma questo non significa che non si possano fare previsioni e soprattutto che non ci si possa preparare in qualche modo. Ecco perche', oltre alle banche, anche grandi societa' di consulenza si stanno organizzando in vista di un possibile default di Atene.

"Molte aziende si stanno preparando" ha confermato Paul Dennis, program manager della Corporate Executive Board, che nelle scorse settimane ha condotto un sondaggio presso i propri clienti, da cui e' emerso che l'80% si aspetta la fine dell'euro, dopo l'uscita della Grecia dall'Unione. Un allarme molto diffuso negli Usa, ma non solo.

"E' sempre meglio prevenire" ha commentato John Gibbons, responsabile dei servizi finanziari per JP Morgan in Europa, che ha aggiunto: "Ci stiamo preparando al peggio". Sulla stessa lunghezza d'onda Heiner Leisten, partner della Boston Consulting Group, in Germania, a Colonia: "Quindici mesi fa - ha detto al NYTimes - abbiamo iniziato a considerare questa eventualita', mentre adesso e' un'ipotesi sempre piu' probabile". "Praticamente, potremmo cambiare in un giorno o al massimo due, e saremmo pronti, con sistemi pronti alla nuova situazione" ha confermato anche Roger Griffith di Mastercard.

Del resto, se banche e aziende si pongono il problema di come tutelarsi e come reagire ad un possibile default della Grecia gia' da tempo, ora alle societa' di consulenza chiedono piani di emergenza pratici. "Siamo in contatto con numerose aziende e lavoriamo per molte di loro" ha spiegato Peter Frank, della Pricewaterhouse Coopers, multinazionale di consulenza finanziaria. In tanti si chiedono, ad esempio, cosa fare se la notizia dell'uscita della Grecia dall'euro arrivasse un venerdi' sera. Secondo Frank qualcuno sarebbe gia' pronto a salire su un treno con 50 mila euro in valigia per poter liquidare i dipendenti.

Nel caso specifico di un annuncio di "Grexit" al venerdi' sera, per l'esperto della PWC il Congresso americano dichiarerebbe lo stato di emergenza finanziaria (Bank Holiday, negli Usa) mentre "la nuova moneta avrebbe gia' difficolta'a muovere denari dentro e fuori il paese".

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Eleonora Lorusso