Corruzione pubblica, l'Italia migliora ma resta il fanalino dell'Europa
Economia

Corruzione pubblica, l'Italia migliora ma resta il fanalino dell'Europa

Il nuovo rapporto di Transparency International registra miglioramenti, ma il Belpaese si ferma al 60esimo posto

I sistemi pubblici di due terzi dei Paesi del mondo sono corrotti. Ad analizzare questa situazione ci ha pensato Transparency International in una nuova edizione del Cpi, Corruption Perceptions Index che dal 1995 misura la percezione della corruzione nel settore pubblico. E anche se per l'Italia ci sono buone notizie queste non risultano abbastanza per gioire completamente: per il terzo anno consecutivo la classifica vede il Belpaese migliorare, ma seppur avanzato di qualche posto, lo registra ancora sotto la soglia della sufficienza.

L'Italia così si attesta al 60esimo livello nel mondo guadagnando una posizione rispetto all'anno precedente con un voto di 47 su 100, e migliora anche qui, di 3 punti significativi, ma resta comunque fanalino di coda in Europa.

Seguito solo da Grecia e Bulgaria, rispettivamente al 69esimo e 75esimo posto della classifica mondiale, il nostro Paese è stato analizzato come gli atri seguendo parametri che legano episodi di corruzione e ineguaglianza ritenendole "strettamente connesse e diventate ormai sistemiche", con la crescita dei populismi e l'allontamento dei cittadini nei confronti della politica.

"Il 69 per cento dei 176 Paesi analizzati nell'Indice di Percezione della Corruzione nel settore pubblico e politico del 2016, ha ottenuto un punteggio inferiore a 50, su una scala da 0 (molto corrotto) a 100 (non corrotto), mostrando come la corruzione nel settore pubblico e nella politica sia ancora percepita come uno dei mali peggiori che infesta il mondo", sostiene Transparency International.

Ad essere premiati come virtuosi, ancora una volta, Danimarca e Nuova Zelanda (con 90 voti su 100), seguiti da Finlandia (89) e Svezia (88). Non a caso, sono tutti Paesi che possiedono legislazioni avanzate su accesso all'informazione, diritti civili, apertura e trasparenza dell'amministrazione pubblica. 

Nella black list, invece, ci sono Somalia (che ha raggiunto un punteggio di 10 su 100), Sud Sudan (11), Corea del Nord (12) e Siria (13) che chiudono la classifica.




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Chiara Degl'Innocenti