Contratto di ricollocamento: cos'è e come funziona
Alessandro Di Meo/Ansa
Economia

Contratto di ricollocamento: cos'è e come funziona

Corsi di formazione presso agenzie private e revoca dei sussidi di disoccupazione a chi rifiuta un posto. Così il governo vuole gestire quasi mille esuberi in Alitalia

In mobilità, con il nuovo contratto di ricollocamento. E' il destino che attende 954 dipendenti di Alitalia, i quali sperimenteranno una nuova forma di sostegno ai disoccupati, introdotta dal governo Letta con l'ultima Legge di Stabilità e già ampiamente utilizzata in altri paesi, in particolare in Olanda e Gran Bretagna ma anche in Australia. Di cosa si tratta? Con il contratto di ricollocamento (o ricollocazione) il lavoratore licenziato da Alitalia avrà diritto a ricevere un assegno di mobilità pari all'80% dello stipendio per un periodo di 4 anni. Nello contempo, lo stesso lavoratore sarà però obbligato a iniziare un percorso di formazione e reinserimento professionale (outplacement), attraverso un programma coordinato dalla regione (nel caso di Alitalia dalla Regione Lazio). Ecco come funzionerà.

L'ACCORDO PER ALITALIA

Il dipendente in mobilità che ha sottoscritto il contratto di ricollocamento riceve dall'amministrazione regionale un contributo in denaro (voucher) che potrà poi spendere per un percorso di formazione presso un'agenzia di lavoro privata. La scelta dell'agenzia spetta allo stesso lavoratore, che dunque sarà incentivato a scegliere quella che ritiene migliore o che meglio risponde alle sue esigenze. L'unica condizione da rispettare è che si tratti di un ente e di una società accreditati presso la Regione. Il voucher da destinare alle attività di outplacement si compone di una parte fissa, che viene erogata subito e di una parte variabile ben più consistente, che invece è liquidata all'agenzia soltanto quando si completa il reinserimento nel mondo produttivo del dipendente licenziato. Se il lavoratore resta disoccupato, l'agenzia non ha dunque diritto  al contributo finale, che rappresenta dunque una sorta di premio per il risultato conseguito.

Affinché le società che offrono servizi di outplacement non siano spinte ad accogliere soltanto i lavoratori più facilmente ricollocabili (come i giovani o quelli con una formazione professionale di alto livello) si è stabilito che l'importo del voucher debba essere inversamente proporzionale alla probabilità di trovare un nuovo impiego per il dipendente licenziato. Maggiori sono le chance che il lavoratore ha di ricollocarsi, minore è l'importo del voucher. Inoltre, c'è un particolare importantissimo da non dimenticare: chi inizia questo percorso di ricollocamento non ha molta libertà nel rifiutare le offerte di impiego che gli vengono presentate. Altrimenti, rischia di perdere del tutto o in parte l'indennità di disoccupazione.

IL TUTOR

Nello specifico, il lavoratore che inizia il percorso di outplacement viene affidato a un tutor dell'agenzia, che svolge anche delle funzioni di controllo: verifica cioè se il licenziato segue regolarmente i corsi di formazione e se è disposto davvero ad accettare le offerte di impiego che gli arrivano. In caso di un primo rifiuto, l'indennità di disoccupazione viene dimezzata e può annullarsi completamente se altre occasioni di lavoro vengono rigettate. Se il licenziato ritiene però che il tutor si sia comportato ingiustamente o abbia commesso degli abusi può fare ricorso contro l'agenzia e sfidarla di fronte a un arbitro, che ha il compito di dirimere la controversia.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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