Assunzioni, cosa cambia per i contratti a termine e per l'apprendistato
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Economia

Assunzioni, cosa cambia per i contratti a termine e per l'apprendistato

Così il governo Renzi ha intenzione di eliminare i vincoli della Fornero sui piani formativi per i giovani e sui rapporti di lavoro a tempo determinato

Un decreto legge, che manda in soffitta alcune disposizioni della riforma Fornero. E' il primo atto significativo sul lavoro, approvato dal governo Renzi, con la regia del ministro del welfare, Giuliano Poletti. Per rilanciare l'occupazione, il premier ha annunciato da tempo dei programmi ambiziosi, contenuti in un Jobs Act, cioè in una riforma profonda delle assunzioni, dei rapporti di lavoro e degli ammortizzatori sociali. L'intero corpo del Jobs Act, però, prenderà forma con un procedimento un po' più lungo del previsto, cioè con un disegno di legge-delega. In pratica, il governo dovrà prima chiedere al Parlamento il via libera per attuare alcuni cambiamenti importanti nella legislazione del lavoro, come la sperimentazione di un contratto unico a tutele crescenti, l'allargamento degli ammortizzatori sociali ad alcune categorie di precari e nuove forme di assistenza alla maternità.

Intanto, nel breve periodo, sono previste altre novità. Si tratta appunto di quelle contenute in un decreto legge varato ieri dal consiglio dei ministri, che agisce su due fronti: toglie alcuni vincoli ai contratti di assunzione a tempo determinato e riduce gli obblighi burocratici per le aziende che assumono un giovane apprendista. Ecco, più nel dettaglio, le novità all'orizzonte.

IL JOBS ACT

CONTRATTI A TERMINE

Per le assunzioni a tempo determinato, è stato tolto il cosiddetto “causalone”, cioè l'obbligo per il datore di lavoro di indicare il motivo per cui il dipendente è stato inquadrato con un contratto a tempo determinato e non con un rapporto stabile. Secondo le disposizioni della Riforma Fornero (approvata nel 2012 dal governo Monti) il causalone non era necessario soltanto nei primi 12 mesi dall'assunzione e diventava invece obbligatorio dal secondo anno in poi. Si tratta di un vincolo che molte aziende giudicavano troppo stringente e che spesso ha provocato parecchie controversie giudiziarie tra le imprese e i dipendenti, pronti a contestare la mancata o irregolare indicazione della “causalità” in molti contratti precari e a chiederne la trasformazione in un rapporto a tempo indeterminato. Per le assunzioni a termine restano però in vigore due vincoli: la durata massima del contratto è fissata a 36 mesi e l'utilizzo di queste forme di inquadramento non può superare il 20% dell'organico di un'azienda.

APPRENDISTATO

E' previsto anche uno snellimento degli adempimenti burocratici dell'apprendistato, cioè dei contratti di inserimento e formazione destinati ai giovani con meno di 29 anni. La riforma Fornero prevedeva l'obbligo per il datore di lavoro di redigere in forma scritta, oltre al contratto stesso, anche l'intero piano di formazione professionale previsto per l'apprendista. Tale vincolo (che scoraggiava l'uso di questo tipo di contratti) viene eliminato dal governo Renzi e rimarrà ovviamente in vigore soltanto l'obbligo di scrivere il contratto di assunzione. Scompaiono inoltre altri doveri per l'azienda come quello che impone di integrare la formazione professionale erogata all'interno dell'impresa con quella fornita da enti pubblici, in particolare dalle Regioni, che spesso sono in ritardo o carenti nei programmi di training professionale. E' prevista anche una sforbiciata alla retribuzione dell’apprendista, nelle ore di lavoro dedicate alle attività di formazione, che potranno essere pagate con un compenso pari al 35% di quanto stabilito dal contratto nazionale per gli altri dipendenti inquadrati con lo stesso livello. Infine, viene cancellata anche la regola per cui l’assunzione di nuovi giovani con il contratto di apprendistato è condizionata alla conferma in servizio, al termine del periodo formativo, di altri apprendisti reclutati in precedenza.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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