Tre cose dell'Italia che non piacciono all'Ue e tre cose che vanno bene
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Economia

Tre cose dell'Italia che non piacciono all'Ue e tre cose che vanno bene

Un rapporto della Commissione Europea, realizzato dallo staff di Olli Rehn, boccia ancora il nostro paese. Ecco perché

“Squilibri macroeconomici eccessivi”. E' l'espressione utilizzata in un rapporto della Commissione Europea , sull'Italia. Il report, redatto dallo staff di Olli Rehn, commissario Ue per gli affari economici, esprime ancora una volta giudizi negativi sul nostro paese, benché nel 2013 il governo di Roma sia uscito dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo, dopo due anni di austerità. Per l'Ue, infatti, molti problemi restano irrisolti. Ecco quali sono.

DEBITO PUBBLICO

Il fardello pesante del nostro debito pubblico, pari a oltre il 130% del pil, per le autorità europee è un fattore che impedisce di mettere in atto delle politiche di sviluppo efficaci. Per questo, secondo Bruxelles, l'Italia deve impegnarsi di più nella riduzione dell'indebitamento, che resta troppo elevato e pesa sulle generazioni future.

PRODUTTIVITA' DEL LAVORO

La mancanza di crescita economica del nostro paese, secondo la Commissione Europea, è dovuta principalmente alla scarsa produttività del lavoro che si registra in Italia. Colpa di molte inefficienze “di sistema”, come l'eccesso di burocrazia o il malfunzionamento della giustizia civile, ma anche di altri fattori legati alle retribuzioni dei dipendenti. Secondo Bruxelles, infatti, sarebbe necessario introdurre delle differenziazioni salariali, legate proprio alla produttività del lavoro.

IL CAPITALE UMANO

Per l'Ue, l'Italia sta subendo una progressiva erosione del proprio capitale umano, a causa di un sistema dell'istruzione e della formazione professionale che non funziona. Bruxelles mette infatti in evidenza come il nostro paese sia uno dei membri comunitari con la più elevata quota di popolazione che ha soltanto un livello di istruzione di base, mentre mercato del lavoro appare frammentato e non riesce adattarsi alle sfide di una moderna economia competitiva.

Nel rapporto della Commissione Europea si intravedono però, seppur a fatica, anche alcune note positive. Eccole nel dettaglio.

L'AUSTERITA' FISCALE

Nel rapporto dell'Ue, vengono espressi apprezzamenti per le manovre di aggiustamento fiscale attuate dall'Italia tra il 2011 e il 2013. In altre parole, l'austerity degli ultimi anni non viene affatto disprezzata da Bruxelles, poiché ha permesso di ridurre il deficit, riportandolo sotto il 3% e ha consentito di tenere sotto controllo i conti pubblici.

LA REVISIONE DELLA SPESA

La Commissione Europea loda anche alcune riforme strutturali attuate negli anni scorsi dall'Italia per il contenimento della spesa, a cominciare da quella delle pensioni del governo Monti, che darà però effetti soprattutto nel medio e lungo periodo. Nel breve termine, rimangono irrisolti alcuni problemi fondamentali e le voci di spesa elevate costringeranno il nostro paese a tenere un elevatissimo avanzo primario (cioè un alto surplus di bilancio prima del pagamento degli interessi sul debito).

LE RIFORME IN CANTIERE

Infine, una nota di speranza arriva per le misure che il nuovo governo italiano vorrà mettere in cantiere nei prossimi mesi, per rilanciare la crescita economica. Bruxelles dichiara di voler supportare l'esecutivo di Roma in queste politiche, anche se non è ancora ben chiaro come l'Ue intenderà darci una mano. Per adesso, il nostro paese resta un sorvegliato speciale, su cui verranno redatti nuovi rapporti da parte degli emissari di Bruxelles. Il primo è atteso già per aprile.

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