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Economia

Perché l'UE sta studiando una nuova tassa sul trasporto aereo

Pare che i benefici per l'ambiente valgano l'inasprimento fiscale che ogni stato membro dovrebbe subire

Si potrebbero prospettare tempi duri per chi viaggia in aereo.

L'Unione Europea, infatti, starebbe valutando l'ipotesi di porre una nuova tassa per il trasporto aereo cercando di colpire gli inquinanti combustibili a beneficio dell'ambiente.

Perché una nuova tassa

La Commissione avrebbe effettuato uno studio segreto per valutare l'impatto sul clima delle emissioni di CO2 del keronese utilizzato dagli aeroplani e il risultato dello studio verrà analizzato - s'intende a elezioni finite - durante il summit di giugno dei Ministri delle Finanze degli Stati Membri. Pare che solo il trasporto aereo continientale incida per il 27% sull'intera quantità di emissioni inquinanti nei cieli d'Europa

La notizia è stata fatta trapelare da Transport & Environment (T&E), organizzazione ambientalista molto agguerrita in ambito europeo che ha accolto l'eventuale nuova accisa con entusiasmo.

Gli scenari

L'Italia, a giugno, si presenterà all'Aja - dove è in programma la riunione - con il suo fardello chiamato  Alitaliae questo dovrà essere preso in considerazione a livello comunitario.

Secondo quanto trapela al momento, ogni singolo Stato dovrà fronteggiare la nuova tassa europea nella maniera più consona ai propri equilibri e la morsa fiscale andrà inevitabilmente a ricadere sulle tasche dei cittadini. 

Secondo l'UE i rischi che i singoli Stati dovranno evitare di correre saranno: la perdita di competitività; la perdita di concorrenzialità e la perdita di posti di lavoro.

Cosa succederà in Italia

Secondo gli analisti, per quanto riguarda l'Italia, si prospettano tre possibili scenari con altrettante conseguenze economiche. Nel nostro Paese su tutti i biglietti nazionali grava l'Iva al 10% sui soli voli nazionali cui vanno aggiunte tasse d’imbarco e tasse locali.

Se l'Iva, ed è il primo scenario, venisse abolita aumenterebbero dell'11% il numero di voli, dei passeggeri, dei posti di lavoro nell'aviazione e il valore aggiunto del settore.

Però nello stesso tempo crescerebbero anche le emissioni di CO2 e questo non andrebbe bene per i parametri europei. La seconda ipotesi sarebbe quella di estendere l'Iva anche a tutti i voli internazionali. Questo determinerebbe una perdita per il settore del 7%, ma senza grandi ricadute sul Pil nazionale mentre il livello di CO2 calerebbe del 7% e le entrate fiscali salirebbero a 3,26 miliardi.

La terza e ultima ipotesi - quella che starebbe andando per la maggiore a livello europeo - è l'idea di tassare il kerosene con un'accisa di 330 euro a tonnellata di combustibile. In termini pratici questo determinerebbe una perdita per il settore dell'8%, ma con un corrispondente beneficio per l'ambiente e un aumento delle entrate fiscali di 3,15 miliardi di euro.

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Barbara Massaro