Tasse sulla casa nel 2014, un po’ di chiarezza
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Economia

Tasse sulla casa nel 2014, un po’ di chiarezza

La Iuc sarà solo un contenitore di Tari e Tasi, le imposte che effettivamente si pagheranno. E per le seconde case non dimenticate l’Imu

Alla fine, per quanto riguarda le tasse sulla casa, è stata trovata una quadratura del cerchio che però per tanti milioni di contribuenti che saranno chiamati a pagare, rimane ancora paradossalmente un mistero. Tale e tanta è stata infatti la confusione che ha circondato la definizione del nuovo assetto fiscale per i Comuni, che conviene cercare a questo punto di fare un minimo di chiarezza per quanto possibile. A poche ore infatti dal voto di fiducia del Senato che sancirà l’approvazione definitiva della legge di stabilità, proviamo a mettere in evidenza le poche certezze sul fronte delle imposte sugli immobili, senza avventurarci in calcoli o stime economiche, che sono risultati in questi mesi puntualmente fallaci, alla luce di modifiche e cambiamenti arrivati a stretto giro.

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Diciamo allora subito che il perno della nuova imposizione riguardante la casa è la Iuc, ossia l’Imposta unica comunale. Chiariamo però anche subito che la Iuc in realtà non è una tassa, ossia non si pagherà nulla che si chiami in questo modo. Essa rappresenta solo una sorta di contenitore all’interno del quale ci sono le due imposte che effettivamente si verseranno, ossia la Tasi e la Tari.

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La Tasi, ovvero Tributo sui servizi indivisibili, è l’imposta locale che andrà a coprire i cosiddetti servizi indivisibili, come ad esempio la manutenzione delle strade oppure l’illuminazione pubblica. E’ la tassa che tecnicamente ha sostituito, per le abitazioni principali, la vecchia Imu. La Tasi si pagherà in ragione dell’uno per mille rapportato al valore catastale del proprio immobile rivalutato del 65%. Attenzione però perché con un decreto che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, il governo stabilirà, per esigenze di cassa dei Comuni, che l’aliquota della Tasi potrà crescere fino anche ad un massimo del 3,5 per mille.

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Dunque il consiglio più importante che si può dare fin d’ora, e che varrà per tutte le altre imposte che di seguito citeremo, è quello di fare riferimento in maniera puntuale a quelli che saranno i provvedimenti che adotteranno i singoli consigli comunali, dal più piccolo villaggio alla più grande città metropolitana. L’autonomia che infatti su questo fronte godranno i sindaci è davvero ampia e potranno dunque esserci variazioni significative da Comune a Comune.

Proseguendo sul fronte delle nuove imposte, dal 2014 entrerà in vigore insieme alla Tasi, la già citata Tari. Si tratta dell’imposta che si pagherà per la raccolta e la gestione dei rifiuti. Essa si verserà in base ai metri quadrati della propria abitazione e in relazione al numero dei residenti che la abitano. Anche qui dunque molto varierà a seconda dei Comuni. Ad esempio a Roma, l’Ama, la società che gestisce la raccolta locale dei rifiuti, ha già predisposto su proprio sito online un calcolatore automatico ad hoc. Inserendo ad esempio i dati di un’abitazione di 80 metri quadri abitata da 4 persone, si ottiene un valore della Tari pari circa a 300 euro, con una metà determinata come quota fissa e l’altra parte come quota variabile.

Ultimo tassello dell’architettura fiscale sugli immobili sarà naturalmente l’Imu. Quest’ultima è stata infatti abolita per le abitazioni principali, ma continuerà a valere per le seconde case oltre che per le prime case di lusso, accatastate cioè con gli indici A1, A8 e A9. L’aliquota di riferimento potrà variare da un minimo del 7,6 per mille fino a un massimo dell’11,6 per mille.

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Detto ciò, come accennato, difficile dire fin d’ora se pagheremo di più o qualcosa di meno rispetto al 2012, anno da prendere come riferimento visto che quest’anno l’Imu è stata abolita del tutto sulle abitazioni principali. Probabilmente, conti alla mano, si può forse prevedere che alla fine il gettito complessivo sarà pressoché invariato, con il risultato scontato, banale, ma inoppugnabile, che qualcuno pagherà effettivamente qualcosa di meno, ma qualcun altro invece vedrà purtroppo lievitare il proprio esborso.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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