Le altre British Petroleum
Economia

Le altre British Petroleum

La compagnia petrolifera dovrà pagare una multa da 4,5 miliardi di dollari agli Usa. Ma in passato anche GlaxoSmithKline, Pfizer e Abbott hanno messo pesantemente mano al portafogli

Ha dimensioni colossali la sanzione pecuniaria inflitta alla British Petroleum per l'incidente alla piattaforma di perforazione petrolifera che provocò nell'aprile del 2010 un'immane disastro ambientale nel Golfo del Messico. Undici persone morirono e ricordiamo tutti le strazianti immagini di coste prima immacolate ricoperte da liquami neri e l'impegno dei volontari e delle autorità statunitensi per salvare la fauna e la flora locali, mentre per ben 87 giorni il petrolio continuò a fuoriuscire dal giacimento sottomarino trivellato offshore. Ora il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha comunicato che l'incidente è stato il frutto di colpe riconducibili alla British Petroleum, che per questo dovrà pagare circa quattro miliardi di dollari. Di questi, una parte consistente è rappresentata da una multa che ha pochi precedenti: un miliardo e duecentosessanta milioni.

Quella inflitta alla British Petroleum non è la prima sanzione miliardaria comminata dalle autorità statunitensi. I precedenti, però, riguardano un comparto economico del tutto differente: quello dell'industria farmaceutica. Nonostante il notevole peso politico di Big Pharma, che sostiene una delle lobby più influenti a Washington, negli ultimi anni le condanne multimilionarie sono letteralmente fioccate sulle compagnie farmaceutiche americane. Dal 2010 al 2012 ventisei multinazionali del settore - incluse le dieci più importanti per volume d'affari – hanno accumulato undici miliardi di multe.

Il record assoluto spetta alla britannica GlaxoSmithKline, condannata lo scorso mese di luglio dalle corti americane a una multa pari a oltre il doppio di quella subita dalla British Petroleum: ben tre miliardi di dollari, per aver diffuso informazioni ingannevoli sulle caratteristiche di due farmaci antidepressivi, uno dei quali destinato al trattamento di soggetti minori di età, e per non aver divulgato alcuni dati sulle controindicazioni di un prodotto contro il diabete. Segue la Pfizer, che a settembre del 2009 venne condannata a pagare due miliardi e trecento milioni, anche in quell'occasione per aver diffuso informazioni ingannevoli su alcuni farmaci (in particolare, un antidolorifico che assunto in dosi eccessive poteva avere effetti nocivi). Al terzo posto, la multa di un miliardo e mezzo comminata alla Abbott a maggio di quest'anno. Anche in questo caso, si trattava di informazioni ingannevoli su un farmaco (un prodotto per curare le convulsioni). Al quarto, il miliardo e quattrocentoventi milioni di Eli Lilly: un altro caso di informazioni ingannevoli, questa volta su uno psicofarmaco. Comportamenti spesso aggravati dal dolo perché posti in essere deliberatamente e seguendo una studiata strategia commerciale, almeno secondo i giudici degli Stati Uniti.

La multa della British Petroleum si colloca solamente al quinto posto, anche se le pene complessive che la multinazionale del petrolio sarà costretta a pagare saranno probabilmente più elevate. La società petrolifera, infatti, attende ancora il verdetto dei tribunali della Louisiana, dalla Florida, dell'Alabama e del Mississippi, da cui potrebbero arrivare altre brutte notizie. Per cautelarsi, del resto, i vertici dell'azienda hanno da qualche mese iniziato a vendere alcune società controllate per fare cassa e accumulare fondi adeguati a pagare le condanne.

I più letti

avatar-icon

Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

Read More