Brexit, i 5 problemi maggiori per la Gran Bretagna
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Economia

Brexit, i 5 problemi maggiori per la Gran Bretagna

Contrazioni nel commercio, meno investimenti e riemergere dei nazionalismi. Ecco tutti i danni dell'uscita della UE

Il referendum del 23 giugno ha deciso: è Brexit, la Gran Bretagna sarà fuori dalla UE. Il risultato è senza precedenti. È il primo Paese dalla nascita dell'Unione a votarne l'uscita. Ecco, di seguito, una panoramica sulle ragioni per cui la Brexit farà molto male alla Gran Bretagna.

Rischio-dazi

La metà dell'export britannico oggi si indirizza verso l'Unione Europea. E se venisse meno la libera circolazione delle merci tra il Regno Unito e il Vecchio Continente? La scomparsa di un'area di libero scambio col Vecchio Continente potrebbe portare alla reintroduzione di dazi doganali sulle merci britanniche, con un conseguente danno per le esportazioni del paese.

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Meno investimenti

Un altro timore legato alla Brexit riguarda gli investimenti provenienti dall'estero e diretti verso la Gran Bretagna. Londra è sempre stata infatti un polo di attrazione dei capitali finanziari e ogni anno beneficia di investimenti per oltre 20 miliardi di sterline provenienti dai paesi dell'Unione Europea. Rompere i rapporti Ue- Gran Bretagna all'improvviso, significa far venir meno questo serbatoio di risorse (che sono un volano per l'economia).

Libera circolazione

Altre conseguenze negative ci potrebbero essere anche sul fronte della libera circolazione dei cittadini britannici nell'Ue e del trattamento che ricevono quando si trovano all'estero. Qualsiasi residente nel Regno Unito che si reca nei paesi Ue, per esempio, oggi ha diritto ad avere lo stesso grado di assistenza sanitaria gratuita di cui godono gli atri cittadini europei, proprio in virtù delle regole comunitarie. Da domani potrebbe essere diverso.

L'incognita Scozia

La Scozia è un'area della Gran Bretagna molto favorevole all'Europa (a differenza dell'Inghilterra). Il rischio che riemergano le spinte separatiste dei nazionalisti scozzesi, sopite dal 2014 quando un referendum bocciò l'ipotesi di una divisione di Edimburgo da Londra, è alto. Altre spinte nazionaliste rischiano di emergere anche nel resto del Regno Unito, per esempio in Galles e soprattutto Irlanda del Nord.

Meno fondi alla ricerca

Un appello contro la Brexit è stato fatto anche da 13 scienziati premi Nobel britannici, tra i quali c'è anche Paul Higgs, scopritore del celebre bosone. “Nell'Unione Europea, esiste una massa critica composta da oltre un quinto di tutti i ricercatori del mondo che si muovono liberamente", hanno scritto nel loro appello i Premi Nobel. Uscendo dall'Ue, la Gran Bretagna rischia dunque di perdere un bel po' di fondi e di collaborazioni.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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