Obbligazioni convertibili: cosa sono e perché conviene starne alla larga
Economia

Obbligazioni convertibili: cosa sono e perché conviene starne alla larga

L’authority europea mette in guardia gli investitori al dettaglio sulle insidie dell’investimento in prodotti complessi

In un periodo di tassi d'interesse rasoterra, le imprese di investimento hanno risposto alla ricerca di rendimenti con l'offerta di prodotti di investimento complessi. Spesso con strategie di commercializzazione piuttosto aggressive.

Ecco perché l'Esma, il regolatore europeo che raggruppa le Consob di tutti i paesi membri, ha deciso di scendere in campo pubblicando sui siti web delle authority di settore un avviso destinato ai risparmiatori, per evitare fraintendimenti nella valutazione dei rischi connessi ad alcuni di questi prodotti, che richiedono un alto livello di competenza in materia finanziaria.

Larga parte di questa offerta è stata concepita, infatti, per consentire agli investitori al dettaglio (o retail) l’accesso a diversi tipi di beni e a strategie d'investimento precedentemente disponibili solo per investitori professionali: prodotti complessi, in altre parole, che promettono rendimenti di gran lunga superiori a quelli dei conti di deposito e alle normali obbligazioni offerte dalle banche.

Ma la complessità rischia di essere un concetto relativo.

Sono molti i fattori che possono rendere un prodotto di difficile comprensione, tanto che l’Esma consiglia addirittura di "non investire se le caratteristiche o i rischi principali del prodotto finanziario non sono chiari, valutando invece l’idea di chiedere consulenza professionale sul tipo di investimento più adeguato".

Un prodotto è complesso se...
Il Regolatore europeo, tuttavia, ha provato a individuare cinque punti principali per considerare un prodotto complesso:

se è un derivato o include un derivato;

se racchiude beni o indici sottostanti dal valore non facilmente calcolabile;

se presenta un investimento a termine, fisso per esempio con penali in caso di ritiro anticipato che non sono illustrate in modo chiaro;

se utilizza variabili multiple o formule matematiche complesse per determinare il rendimento dell’investimento;

se comprende garanzie o protezione del capitale condizionali o parziali che possono venir meno con il verificarsi di determinati eventi.

Nel mirino dell'authority
In pratica, secondo l’authority europea possono essere considerati complessi le seguenti categorie di prodotti: attività cartolarizzate (come quelle sui subprime che innescarono la crisi finanziaria del 2007 - 2008) e diversi tipi di obbligazioni come quelle convertibili (che permettono di convertire il prestito obbligazionario in azioni) o subordinate (il cui rimborso, in caso di procedura fallimentare, avverrà solo dopo aver soddisfatto tutti i creditori privilegiati). 

E ancora, l'elenco comprende anche i certificati (strumenti finanziari cartolarizzati emessi dalle banche e quotati su mercati regolamentati), i contratti per differenza (CFD), gli strumenti collegati al merito di credito (credit linked note), i prodotti strutturati e warrant, che sono una sorta di contratto a termine che permette di acquistare o cedere una certa attività finanziaria sottostante a un prezzo e scadenza stabiliti.

I rischi per i risparmiatori
Quanto ai rischi connessi all’investimento in prodotti complessi, secondo l’Esma l’investitore retail deve essere informato almeno di quattro tipologie:

il rischio di liquidità, quando l’investitore non è in grado di vendere facilmente il prodotto qualora sia necessario agire in tal senso prima della fine del termine fissato;

il rischio di leva finanziaria, se il prodotto utilizza metodi o strategie volti a moltiplicare gli utili e le perdite potenziali;

il rischio di mercato (spesso questi prodotti sono progettati per investire in mercati sottostanti separati: ad esempio, azioni, tassi di interesse, tassi di cambio e merci);

il rischio di credito, quando l’emittente del prodotto o un’impresa con cui questo collabora è inadempiente e non può quindi ottemperare i propri obblighi contrattuali.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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