Bce e tassi, ecco perché serve tagliarli
Economia

Bce e tassi, ecco perché serve tagliarli

Favorirebbe la crescita e l'accesso al credito per milioni di imprese. Ma la Germania, come al solito, è contraria

Il D - Day è stato fissato per il 2 maggio, il giorno successivo alla festa dei lavoratori in Italia. Ma a tenere le dita incrociate non saranno gli operai: stavolta, infatti, tocca agli imprenditori.

Giovedì prossimo la Bce dovrà decidere se tagliare i tassi di interesse. Se lo farà, le banche potrebbero cominciare ariaprire i rubinetti ai privati, soprattutto alle imprese che ormai nel nostro Paese sono con l’acqua alla gola.

Lo ha ricordato oggi l'Eurotower in uno studio sulle Pmi europee in cui suggerisce, secondo alcuni, un imminente taglio al costo del denaro. Del resto molti esperti di Borsa si aspettano un annuncio in questa direzione prima dell'estate.

Secondo lo studio, a soffrire sono appunto le piccole e medie imprese italiane e spagnole, al top della classifica nell’Eurozona per il peggioramento di utile e fatturato negli ultimi sei mesi (da ottobre 2012 a marzo 2013).

Quelle italiane, aggiunge la banca centrale guidata dal presidente Mario Draghi, "hanno contribuito più di tutte all'aumento netto della necessità di prestiti bancari e aumento dello scoperto", a testimonianza di quanto sia difficile sostenere l'attività senza il ricorso a un credito bancario che è da tempo congelato.

Una tendenza, però, diffusa in tutta l’area comune: nel semestre sotto osservazione, prosegue lo studio che ha considerato 7.510 Pmi di 17 Paesi, le imprese europee hanno visto un aumento delle necessità di finanziamento (+5%) accoppiato a un peggioramento della disponibilità di prestiti bancari, scesa del 10%, anche se in fase di attenuazione: il calo del tasso di respingimento delle domande di finanziamento è infatti passato dal 15% all'11% rispetto alla rilevazione precedente, mentre le imprese per le quali l'accesso al credito è il principale problema sono scese dal 18% al 16%.

Intanto in Italia i consumatori tornano a chiedere un abbassamento deciso del tasso ufficiale di riferimento di 0,50 punti (allo 0,25% dall'attuale 0,75) e una nuova immissione di liquidità nel sistema, "considerato che i precedenti prestiti di 116 miliardi del dicembre 2011 – si legge in una nota della Codacons - e di 139 del febbraio 2012 sono stati tutti destinati all'acquisto di Bot e non certo a risolvere il problema della stretta del credito che sta attanagliando imprese e famiglie".

Un appello per favorire la crescita e l'accesso al credito che di certo sarebbero pronti a sottoscrivere anche gli oltre 4 milioni di imprenditori italiani.

Ma è realistico pensare a un prossimo allentamento monetario dalle parti di Francoforte? Di fronte all'ottimismo di molti, altri osservatori fanno notare come sia più probabile invece il prolungamento dello stallo. Sullo sfondo, sempre la stessa dicotomia: l’Europa a due velocità o, se si vuole, la Germania contro tutti gli altri Paesi.

Solo così si comprende l’invasione nel campo della Bce del Cancelliere tedescoAngela Merkel in un intervento di giovedì: "Se si considera la Germania, dovrebbe alzare di qualcosa i tassi d'interesse. Ma per altri Paesi dovrebbe invece fare ancora di più per mettere a disposizione più liquidità e, soprattutto, per far arrivare questa liquidità al finanziamento delle imprese".

La Merkel è preoccupata degli effetti dei tassi bassi sui clienti delle compagnie assicurative e sui risparmiatori tedeschi: "A un certo punto - ha detto - temo che perdano la pazienza".

Ha rincarato la dose Joerg Asmussen, membro tedesco nel comitato esecutivo della Bce (quello che decide la politica monetaria), quasi a smorzare le aspettative di un prossimo taglio al costo del denaro: la riduzione, ha spiegato, potrebbe non essere d'aiuto ai Paesi dell'Eurozona in recessione, anche perché consumatori e imprese non stanno finora beneficiando del costo del denaro ai minimi dall'introduzione della moneta unica.

Ma la sua, per ora, sembra essere una posizione minoritaria: all'interno del comitato rappresenta un solo voto su 23. E al vertice dell'Eurotower siede ancora un italiano.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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