Banche, quali sono le più solide
ANSA / ALESSIO TARALLETTO
Economia

Banche, quali sono le più solide

Finecobank, Mediolanum, Ifis, Banca Generali, IntesaSanpaolo e Ubi. Ecco gli istituti che hanno una patrimonializzazione più alta della media

Quali sono le banche più solide? E' un interrogativo tutt'altro che trascurabile, visto quello che sta accadendo sistema creditizio italiano con la cotiturzione del nuovo Fondo Atlante a supporto proprio delle banche. Ecco allora una panoramica su quali sono invece le banche italiane considerate più solide e su come si fa a riconoscerle.

Il Cet 1

Per misurare la solidità patrimoniale di un istituto creditizio, gli analisti fanno riferimento a un particolare indicatore che si chiama Common Equity Tier 1 (Cet-1). Si tratta di un parametro checalcola il rapporto tra il capitale di una banca e le sue attività impiegate sul mercato, come per esempio i prestiti concessi alla clientela o i titoli obbligazionari posseduti. Tutte queste attività patrimoniali sono ponderate per il rischio, cioè valutate in base alla loro qualità. Avere nel portafoglio un bond con un rating elevato (tripla A), infatti, non è ovviamente la stessa cosa che possedere invece un titolo-spazzatura o un credito ormai in sofferenza che ha buone probabilità di non essere rimborsato. Di seguito, la lista delle banche italiane con coefficienti patrimoniali migliori.

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Finecobank

La banca del gruppo Unicredit, con il suo modello di business che integra i canali digitali con un esteso network di consulenti (personal financial advisor), ha una solidità patrimoniale decisamente sopra la media. Secondo gli ultimi dati di bilancio, relativi ai primi nove mesi del 2015, il Cet 1 ratio di Finecobank è del 20,43%. Al 30 settembre 2015, la società ha realizzato un utile netto pari a 149 milioni di euro, raggiungendo 52,5 miliardi di patrimonio totale e superando il milione di clienti.

 

Banca Mediolanum

Anche la banca fondata da Ennio Doris presenta attualmente dei coefficienti di solidità patrimoniali migliori delle altre. Il Cet 1 di Mediolanum è infatti ampiamente sopra il 18% contro una media del 10,5% circa degli istituti italiani. Secondo gli analisti, tali indici consentiranno alla società di superare brillantemente gli stress test per le banche europee di piccola e media dimensione, che verranno realizzati il prossimo anno dalla Bce.

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Banca Ifis

La veneziana Banca Ifis, specializzata nella gestione dei crediti commerciali, fiscali e di quelli finanziari di difficile esigibilità, ha un Cet 1 superiore al 15%. I primi tre trimestri del 2015 si sono chiusi per l'istituto veneto con un utile netto di 148,8 milioni, pressoché raddoppiato rispetto all'anno precedente.

Banca Generali

Anche la banca che fa capo al gruppo assicurativo Generali, specializzata nel risparmio gestito e soprattutto nel private banking, ha una solidità patrimoniale ampiamente sopra la media. Secondo gli ultimi dato di bilancio, relativi ai primi tre trimestri del 2015, il Cet 1 ratio è infatti del 13,4%. Tra gennaio a settembre, Banca Generali ha realizzato profitti per 166 milioni di euro (+17% sull'anno precedente), raggiungendo 39,3 miliardi di patrimonio gestito.

IntesaSanpaolo

Con un Cet 1 del 13,4%, il big IntesaSanpalo presenta attualmente un indice di solidità patrimoniale migliore rispetto a quello della diretta rivale Unicredit. (10,5%). L'istituto guidato da Carlo Messina ha ricevuto delle valutazioni migliori dei concorrenti anche agli stress test, effettuati lo scorso anno dalla Banca Centrale Europea proprio per misurare la solidità patrimoniale dei big del credito.

Ubi Banca

Un altro big con un indice di solidità patrimoniale superiore ai concorrenti è Ubi Banca. Il Cet 1 ratio per dell'istituto è infatti attorno al 13%. Secondo gli ultimi dati di bilancio, relativi ai primi tre trimestri del 2015, da gennaio a fine settembre il gruppo guidato da Victor Massiah ha realizzato un utile di 162 milioni di euro.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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