Banche: cosa vendono oggi tra polizze, fondi e conti deposito
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Economia

Banche: cosa vendono oggi tra polizze, fondi e conti deposito

Pro e contro dei prodotti finanziari più gettonati negli sportelli degli istituti di credito, dove sono invece in forte calo i collocamenti di obbligazioni

Fondi comuni, polizze assicurative, conti e certificati di deposito. Ecco le tre categorie di prodotti d'investimento che vanno per la maggiore negli sportelli bancari e che hanno scalzato le obbligazioni, un tempo piazzate in abbondanza nel portafoglio dei risparmiatori da molti istituti di credito che dovevano fare scorta di liquidità. Visto che oggi la liquidità arriva quasi a costo zero da Francoforte, grazie al quantitative easing della Bce, parecchie banche hanno dunque smesso di vendere le obbligazioni che, tra l'altro, sono diventate ben più rischiose di un tempo, a causa delle nuove regole sul bail-in (che lasciano a bocca asciutta i possessori dei bond, in caso di fallimento di un istituto creditizio). Ma ecco, di seguito, una panoramica sugli strumenti finanziari più venduti oggi allo sportello, con i pro e contro di ognuno.

Polizze: il ritorno delle Unit Linked

Un volume complessivo di 30 miliardi di euro, con una crescita del 60% in un anno. E' quella registrata nel 2015 dai collocamenti bancari di polizze Unit Linked, oggi molto vendute allo sportello. Si tratta di contratti assicurativi sulla vita in cui un risparmiatore versa una somma di denaro (premio), che viene poi impiegata in fondi di investimento creati da una compagnia assicuratrice o da un società di gestione del risparmio, che spesso fa parte dello stesso gruppo bancario che ha venduto la polizza. Se i fondi sottostanti ottengono un rendimento, anche il valore la polizza cresce in egual misura, facendo guadagnare l'investitore. Le Unit linked consentono indubbiamente di avere un portafoglio ben diversificato, cioè investito in decine e centinaia di titoli diversi. Hanno però un difetto tutt'altro trascurabile: sono spesso piene zeppe di costi. Sul premio iniziale versato dal risparmiatore, la compagnia assicurativa trattiene per sé un caricamento che parte di solito dall'1.5-2% del capitale e a volte supera anche il 5%. Poi ci sono le commissioni di gestione sul fondo sottostate la polizza e le penali di riscatto anticipato, per chi chiede il rimborso dei soldi prima che siano trascorsi 5 anni dalla firma del contratto: un altro balzello che spesso supera il 3-5% della somma versata.

Fondi a cedola: per chi cerca la rendita

Per solleticare la tradizionale voglia degli italiani di avere un rendimento sicuro e garantito, molte banche oggi vendono i fondi di investimento a cedola. Si tratta di una particolare categoria di fondi comuni che ogni anno, con cadenza regolare, distribuiscono a chi li acquista una parte dei rendimenti messi a segno dal gestore. Indubbiamente questi prodotti (come tutti i fondi comuni) consentono di costruirsi un portafoglio ben diversificato, suddiviso in decine o centinaia di titoli diversi. Non manca però l'altra faccia della medaglia: oltre ad avere spesso dei costi più alti della media, infatti, i fondi a cedola possono confondere le idee ai risparmiatori che hanno poca dimestichezza con la finanza e che, proprio per la presenza di un rendimento annuo, rischiano di assimilarli ad altri strumenti come le obbligazioni, che danno il diritto alla restituzione dell'intero capitale versato a una determinata scadenza. In realtà, per i fondi a cedola non c'è nessuna garanzia di restituzione del capitale e l'investitore, dopo aver incassato ogni anno dei rendimenti, corre il rischio di ritrovarsi dopo un po' con una somma inferiore a quella versata inizialmente, qualora le performance del fondo siano negative.

Conti e certificati di deposito, sicuri ma avari

A chi vuole fare fruttare la liquidità senza correre rischi, molte banche continuano a offrire i conti e i certificati di deposito, che sono indubbiamente strumenti finanziari sicuri. In caso di fallimento dell'istituto di credito, la somma investita in questi prodotti è infatti protetta da un apposito organismo: il Fondo interbancario di tutela dei depositi, che rimborsa tutti i soldi fino a un massimo di 100mila euro. Oggi, però, complice il ribasso dei tassi d'interesse in Europa, i conti e i certificati di deposito sono molto avari di rendimenti. Anche prodotti più redditizi sul mercato, come per esempio quello proposto da Widiba (banca del gruppo Monte dei Paschi di Siena), offrono infatti un interesse fino al 2% lordo annuo (1,28% al netto di tutte le tasse) a chi tiene ferma la liquidità depositata per almeno 12 mesi.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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