Apprendistato, così la Fornero vuole copiare il modello tedesco
Economia

Apprendistato, così la Fornero vuole copiare il modello tedesco

Accordo bilaterale Italia-Germania per la formazione professionale dei giovani. Ma le differenze tra i due paesi restano enormi

Un giovane tedesco assunto da un'azienda italiana e un apprendista italiano che lavora in un'impresa tedesca. Già oggi ce ne sono parecchi, almeno tra i ragazzi che sanno bene le lingue straniere e che hanno voglia di fare un'esperienza professionale all'estero. Ma la speranza di Elsa Fornero è di vederne molti di più in futuro, anche se non proprio dall'oggi al domani. Per questo, l'attuale ministro del welfare  ha appena siglato un memorandum d'intesa con la sua collega tedesca, Ursula Von Der Leyen, responsabile per il lavoro nel governo di Berlino.

LE POLITICHE PER I GIOVANI IN GERMANIA

Si tratta di un accordo che ha dato vita a un breve documento (circa 3 pagine in tutto), con cui Italia e Germania si impegnano a mettere in atto delle politiche comuni per la formazione dei giovani e per la mobilità dei lavoratori tra i due paesi. In particolare, i governi di Roma e Berlino collaboreranno più intensamente nell'ambito dell'Eures, la rete europea che mette in contatto e coordina gli uffici di collocamento di tutte le nazioni dell'Ue, per offrire occasioni di lavoro all'estero ai cittadini del Vecchio Continente. Inoltre, verranno adottate delle misure per promuove lo scambio reciproco tra Italia e Germania di tirocinanti e apprendisti, con dei piani di educazione professionale, che potranno essere finanziati dal Fondo sociale europeo (come già in parte avviene).

L'APPRENDISTATO IN GERMANIA

Si tratta indubbiamente di programmi lodevoli, che tuttavia rimangono ancora sulla carta e che certamente incontreranno qualche difficoltà nell'essere applicati. Non va dimenticato, infatti, che tra il mercato del lavoro italiano e quello tedesco ci sono purtroppo enormi differenze. Anzi, c'è un vero e proprio abisso, che si manifesta in particolare nel sostegno all'occupazione giovanile e nell'utilizzo dell'apprendistato.

IL MODELLO TEDESCO E LE CARENZE ITALIANE

In Germania esiste infatti  il cosiddetto sistema duale, che offre a milioni di ragazzi, soprattutto a quelli che frequentano gli istituti tecnici, un percorso di formazione nelle imprese (alternato alla frequenza scolastica) che inizia spesso quando gli studenti hanno appena 15 o 16 anni. Secondo i dati del governo di Berlino, oltre un terzo dei cittadini tedeschi muove i primi passi nel mondo del lavoro prima della maggiore età, mentre il 35% delle aziende presenti in Germania offre ai giovani dei programmi formativi, in stretta collaborazione con le autorità pubbliche.

Inoltre, nel 50% dei casi, gli ex-studenti tedeschi che iniziano a lavorare vengono assunti proprio dalle stesse aziende in cui hanno svolto un periodo di apprendistato durante la carriera scolastica.  Si tratta di numeri quasi impensabili nel nostro paese, dove la collaborazione tra le scuole superiori e il mondo produttivo è pressoché inesistente (almeno in alcune regioni del paese) e dove la disoccupazione giovanile, nella fascia di età tra 15 e 24 anni, è al 35% (contro l'8% circa della Germania). Le imprese tedesche, insomma, oggi hanno molto da offrire ai ragazzi italiani in cerca di lavoro, mentre le aziende che operano a Sud delle Alpi non sono in grado purtroppo di fare altrettanto, almeno per ora.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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