Antiriciclaggio, ecco perché le norme ancora non funzionano
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Antiriciclaggio, ecco perché le norme ancora non funzionano

Bankitalia punta il dito contro i professionisti, ancora poco inclini a segnalare operazioni sospette

Commercialisti, esperti contabili, consulenti del lavoro: sarebbero questi i soggetti professionali velatamente messi sotto accusa per la scarsa collaborazione nel segnalare eventuali sospette operazioni di riciclaggio di denaro. A lanciare l’allarme è il Rapporto sull’attività di antiriciclaggio svolta nel 2013 dall’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia. A parlare in maniera chiara sono i numeri: delle oltre 65 mila segnalazioni arrivate lo scorso anno infatti, solo 1.985 (poco più del 4% del totale) sono state trasmesse da professionisti. Di queste, 1.824 provengono dai notai e addirittura solo 98 (otto in più rispetto al 2012) arrivano dalle categorie più sopra citate. Seguono gli studi associati e le società interprofessionali con 21 segnalazioni, gli avvocati con 14 e le società di revisione con 10.

ECCO COME CAMBIERA' IL FISCO IN ITALIA

A parziale consolazione di uno scenario siffatto c’è la constatazione, rilevata dalla stessa Uif, secondo cui la scarsa collaborazione delle categorie professionali non sia una criticità solo italiana, ma sia comune ad altri Paesi europei, che registrano, in alcuni casi, numeri di segnalazioni trasmesse anche inferiori a quelli dell’Italia. A fronte di queste inefficienze che contribuiscono a rendere ancora non pienamente efficaci le norme antiriciclaggio, c’è però la nota positiva riguardante il trend generale di denunce, che denota una crescita costante. Le segnalazioni ricevute dalla Uif sono passate infatti dalle 12 mila del 2007 alle 65 mila del 2012 e 2013, mentre nel primo semestre del 2014 è stata già superata quota 38 mila, con un aumento del 23% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

LA CRISI E LE CONSEGUENZE SULL'EVASIONE FISCALE

Per quanto riguarda poi gli aspetti contabili delle denunce sono aumentati gli importi complessivamente segnalati, arrivati, lo scorso anno, ad un totale di oltre 84 miliardi. Nello specifico, oltre l’80% delle segnalazioni riguarda importi inferiori ai 50mila euro o compresi tra i 50mila e i 500mila euro. Una segnalazione merita poi anche la distribuzione geografica delle segnalazioni. La Regione da cui è pervenuto il maggior numero di avvisi è la Lombardia (17,9%), seguita da Lazio (14,2%) e Campania (11,1%), ma cresce il peso di altre Regioni, come Basilicata, Calabria, Molise, Puglia e Friuli.

IL CONTRASTO ALL'EVASIONE CHE ARRIVA DALL'EUROPA

Insomma, note come detto positive, che però non contribuiscono in maniera sufficiente a controbilanciare la citata scarsa collaborazione dei professionisti. Una circostanza ritenuta preoccupante, al punto che la Uif propone per il futuro interventi normativi che possano inasprire ulteriormente le pene creando un incentivo più significativo all’avvio di una più ampia e convinta partecipazione di tutti i soggetti obbligati a fare le segnalazioni, tra i quali, come detto, figurano a pieno titolo proprio commercialisti, esperti contabili e consulenti del lavoro.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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