Alitalia, lavorare di più per evitare gli esuberi
Economia

Alitalia, lavorare di più per evitare gli esuberi

La trattativa con i sindacati sospende il taglio di 690 posti di lavoro

Dove si vanno a recuperare i 30 milioni che l'amministratore delegato di AlitaliaCai Andrea Ragnetti dice di voler risparmiare per sostenere il bilancio 2013? La trattativa avviata lunedì dalla compagnia aerea con i sindacati ha portato alla “sospensione” dei 690 esuberi dichiarati e adesso è il momento di capire come cambieranno le carte dopo che le parti hanno sfoderato ciascuna in suo lato più duro.

Tutti parlano di recupero di produttività . Tradotto significa contratti di solidarietà per i 14.700 dipendenti e misure correttive sul contratto che spianerebbero poi la strada anche al contratto di comparto che le organizzazioni di categoria cercano di promuovere davanti al sottosegretario ai Trasporti Guido Improta.

Esempio: quanta produttività in più si otterrebbe se, seguendo l’esempio dei piloti, anche personale di terra e assistenti di volo rinunciassero a un paio di giorni di risposo nei periodi estivi di punta? “Oggi il contratto prevede 10 riposi al mese, ma nei periodi di maggiore flusso turistico si potrebbero ridurre a 8” spiega Marco Veneziani, segretario generale della Uil Trasporti “E’ un’ipotesi questa su cui stiamo ragionando e che non avrebbe motivi per non essere recepita anche nel costruendo contratto di settore che stiamo discutendo al tavolo ministeriale”. Tra le idee sotto esame, anche quella di rimandare il rinnovo del contratto Alitalia, ormai scaduto da un anno, sino ad arrivare ad eventuali contratti di solidarietà “ma non senza aver prima tentato tutte le misure correttive possibili su orario di lavoro, ferie o rientri.”

Alitalia fa un po’ da apripista, ma è al tavolo ministeriale che si gioca il futuro del trasporto aereo nazionale. Il primo punto è il riordino del sistema aeroportuale, “quindi la stesura di regole inderogabili e uguali per tutti per evitare che altre compagnie si inseriscano nel sistema con operazioni di dumping (leggi RyanAir Ndr) , quindi il contratto” insiste anche il segretario nazionale di Filt Cisl Franco Persi. “E’ così che vogliamo disegnare un nuovo futuro in un periodo di difficoltà. Cercando anche di tutelare il personale che già oggi opera nel settore”.

Insomma, nessuno vuole tagliare ancora. Nessuno vuole avallare un nuovo ricorso agli ammortizzatori sociali in un momento in cui il posto di lavoro è quasi una chimera. Pur senza negare che Alitalia si trova davvero davanti a un problema oggettivo: i 690 esuberi lamentati dalla compagnia coincidono infatti con il personale (assistenti di volo) reintegrato nel posto di lavoro dai giudici dopo l’impugnazione del licenziamento. Ed è naturale per un’azienda cercare una compensazione ad un aggravio imprevisto di costi, soprattutto quando il piano industriale è già messo a dura prova dalla crisi economica e dal costo del petrolio.

A questo punto, si sono aperte le danze. AlitaliaCai, a nemmeno quattro anni dalla sua nascita, ha agitato lo spettro dei tagli. I sindacati si sono alzati in piedi gridando “niet!”. AlitaliaCai ha rilanciato presentando per la stagione invernale nuovi voli, destinazioni e iniziative di marketing . E le organizzazioni di categoria adesso con calma dicono: “Vediamo cosa riusciamo a fare”.

“Io resto comunque convinto che, a fronte di un fatturato di 4,2 miliardi, 30 milioni non siano poi così difficili da recuperare dal piano industriale” insiste Persi “Salviamo naturalmente gli investimenti in promozione e nuove destinazioni, ma sono sicuro che qualcosa da qualche parte si potrà limare. Inizialmente i risparmi richiesti si aggiravano attorno ai 22 milioni, poi chissà perché sono diventati trenta. In qualche modo troveremo un punto di intesa”.

In poche parole. Rimbocchiamoci le maniche. A giugno scadrà il lock up e i soci italiani potranno vendere le loro quote. Tutti lavorano per arrivare agli utili nel 2014 e nessuno vuole che le partecipazioni vengano cedute in saldo.

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

Scrivimi a: antbersani@alice.it

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