Agroalimentare, perché le nostre esportazioni sono da record
Silvia Morara
Economia

Agroalimentare, perché le nostre esportazioni sono da record

A trainare le vendite all’estero sono soprattutto vino, ortofrutta e formaggi. Boom di richieste da Cina e Russia

Le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani, secondo i dati sul commercio estero diffusi dall'Istat, hanno raggiunto quota 29,8 miliardi di euro nei primi 9 mesi del 2017, con una crescita di 7 punti percentuali rispetto allo scorso anno. Nel solo mese di settembre tra l'altro, l'export enogastronomico nazionale ha toccato quota 3,7 miliardi, ossia il 6,4% in più rispetto a quello del 2016.

Un quadro talmente positivo da spingere la Coldiretti ad annunciare che in questo 2017, le stime più attendibili dicono che per dicembre dovrebbero essere toccati i 40 miliardi di euro complessivi di esportazioni del Made in Italy, un vero e proprio record per la nostra agricoltura. Ma come si spiega questo successo internazionale dei nostri prodotti agroalimentari?

Vino e compagnia bella

Secondo le rilevazioni eseguite dalla Coldiretti, a spingere la crescita del nostro export agroalimentare sono soprattutto i sempreverdi prodotti base della dieta mediterranea a partire dal vino con un aumento dell'8%, seguito da ortofrutta con +4%, e dai formaggi che, con un significativo +9%, rappresenta un comparto che per l'export del  2017 potrà valere, in termini quantitativi, una cifra vicino ai 400 milioni di chili.

Tutti elementi positivi, che hanno spinto anche il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, a fare annunci quanto mai incoraggianti per il prossimo futuro.

?L'obiettivo dei 50 miliardi di euro di export agroalimentare al 2020 ?" ha dichiarato infatti il ministro - è sempre più alla nostra portata. Abbiamo imprese che hanno saputo affrontare la crisi cercando nuovi mercati, proponendo qualità. I nostri margini sono ancora ampi, guardando soprattutto a quell'area di mercato coperta dai prodotti contraffatti o dall'Italian sounding".

Cina, Russia, Usa e tanta Unione

Per quanto riguarda invece i Paesi verso cui si concentrano le nostre esportazioni agroalimentari ci sono tante conferme e qualche importante novità. Diciamo innanzitutto che quasi i due terzi dell'export enogastronomico italiano, sempre secondo i dati della Coldiretti, interessano i Paesi dell'Unione europea.

Gli Stati Uniti sono invece di gran lunga il principale mercato dell'Italian food oltre i confini comunitari e il terzo in termini generali dopo Germania e Francia e prima della Gran Bretagna. A questo proposito, se in Germania le esportazioni alimentari sono rimaste stabili, in Francia si è verificato un balzo dell'8,2%, in Gran Bretagna del 2,5% e negli Stati Uniti del 6,8%.

Boom di richieste si sono poi registrate dalla Cina (+18,4%) e dalla Russia (+31,3%). In quest'ultimo Paese però c'è da sottolineare che le esportazioni restano fortemente limitate dall'embargo che ha colpito una lista di prodotti provenienti da tutta l'Unione europea, che vanno proprio dalla frutta alla verdura, passando per i formaggi, una situazione che, proprio per quanto detto più sopra, è risultata particolarmente penalizzante proprio per il Made in Italy agroalimentare.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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