Abruzzo, una regione che sa spendere i fondi europei
Paola Onofri Imagoeconomica / Imagoeconomica
Economia

Abruzzo, una regione che sa spendere i fondi europei

Un "vigilato speciale" che è riuscito a battere ogni record e a tagliare le tasse ai cittadini

Un “vigilato speciale” che è riuscito a raggiungere gli obiettivi di spesa richiesti dall'Unione Europea in relazione ai fondi stanziati per il POR (Programma Operativo Regionale): è la Regione Abruzzo, che si prepara ora a raccogliere le sfide future investendo in sviluppo, impresa e ricerca per accrescere la competitività sul piano internazionale e garantire la crescita di occupazione.
È la fotografia scattata nel corso del “faccia a faccia” tra il Presidente della Regione Gianni Chiodi e il direttore di Panorama Giorgio Mulè alla luce dei risultati ottenuti sui sei assi d'investimento dei Por 2007-2013.
Quarantacinque minuti di un serrato “domanda e risposta” seguito ad un incontro-dibattito svoltosi l'altro giorno nella facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Teramo, in cui si è data voce a tutte le parti sociali coinvolte nel processo di sviluppo di una regione che, attualmente, ha investito circa il 90% dei 345 milioni di dotazione del POR.

L'Abruzzo “vigilato speciale” - così definito da Mulè - ha dimostrato di avere una “vocazione glocale”, ha spiegato il direttore di Panorama, ovvero di essere capace di unire uno sviluppo territoriale in un'ottica globale affrontando la “difficoltà di tagliare dove necessario mantenendo di contro servizi di eccellenza. L'Abruzzo ha dimostrato che lo si può fare garantendo ai cittadini un ritorno: la detassazione”.

Detassazione che, ha spiegato Chiodi, ha raggiunto il 30% e che, ha preannunciato, scenderà di un ulteriore 30% entro il 2016. E che l'economia non possa essere più solamente locale lo ha sottolineato lo stesso Presidente della Giunta, secondo il quale è sempre più necessaria la cooperazione tra imprese e istituzioni: “La classe politica da sola non è in grado di realizzare il paradiso in terra. Serve una responsabilità individuale. Non crediate - ha detto Chiodi - che questa crisi che sta minando le vostre prospettive e il vostro lavoro, dipenda da una crisi finanziaria. Non è vero. La nostra è una crisi industriale e strutturale: le nostre imprese perdono quote di mercato perché non sono competitive sul mercato internazionale”.

Diventare competitivi significa quindi investire in ricerca e sviluppo rendendo competitivi, per primi, i giovani che sono di fatto i futuri attori dello scenario economico e sociale. Un ruolo importantissimo, in questo senso, è rivestito quindi dalla formazione. In una regione dove, come ha sottolineato nel corso del dibattito il Preside della facoltà di Scienze Politiche Ercole del Colle, entro 18 mesi dalla laurea il 65% dei ragazzi trova un'occupazione, la connessione studio-lavoro diventa fondamentale per “accrescere e mantenere la competitività”.

Parole, queste ultime, del Magnifico Rettore dell'Università di Teramo Luciano D'Amico che ha annunciato la prossima nascita di un Portale Regionale di Ricerca, proprio a voler enfatizzare l'importanza di mantenere sempre vivo e collaborativo il rapporto tra l'ateneo e le istituzioni e che ha sottolineato come “lo studio è già di per sé un lavoro, per cui compito di chi fa formazione è quello di investire sugli universitari. Per questo – ha proseguito – chiediamo alla Regione di indirizzare direttamente a loro le risorse così che tutti possano fare esperienze di studio all'estero per tornare poi in Italia con un bagaglio culturale e di preparazione tale da affrontare con successo i mercati più competitivi”. Un mercato divenuto dunque globale a cui però, ha sottolineato il Segretario regionale della Cisl Maurizio Spina, si fa ancora troppa fatica ad adeguarsi.

Dell'importanza di prendere coscienza di quella “responsabilità individuale” di cui ha parlato il Presidente Chiodi, nel corso del dibattito, sono stati portavoce invece la Vice presidente Baltour Antonella Ballone e il Presidente e Amministratore delegato della Tecnomatic Giuseppe Ranalli.

Entrambi hanno sottolineato l'importanza di creare reti d'impresa per essere realmente competitivi sui mercati mondiali, mantenendo sì ciascuno la propria individualità, ma in un'ottica di efficienza e qualità tale da mettere tutti sullo stesso piano. L'Abruzzo, dunque, nonostante le difficoltà accentuate ancor più dalla crisi in atto, ha iniziato un percorso di crescita in cui ci sono certamente state delle sconfitte, ha sottolineato il Presidente Chiodi riferendosi in particolare all'impossibilità di investire nelle infrastrutture tanto quanto avrebbe voluto, “ma che – ha concluso - deve in realtà radicarne una ben più importante: l'apertura mentale di tutti i soggetti coinvolti nello sviluppo-socio economico”.

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