730 precompilato, i cinque problemi per cui potrebbe essere un bluff
Economia

730 precompilato, i cinque problemi per cui potrebbe essere un bluff

Dalle detrazioni sanitarie mancanti, alle modalità per scaricare online le dichiarazioni, fino ai controlli postumi da effettuare sui dati. Siamo sicuri che sarà una semplificazione?

Chi crede che con l’avvento promesso del 730 precompilato si risolveranno tutti i problemi burocratici di milioni di contribuenti dovrà forse ricredersi. Dopo gli annunci roboanti dei giorni scorsi infatti, pronte sono arrivate le critiche e le osservazioni di merito, che effettivamente gettano una luce fosca su questo processo di semplificazione che invece potrebbe, se possibile, complicare ulteriormente le cose. A lanciare l’allarme sono soprattutto commercialisti e Caf, preoccupati dal fatto che la novità del 730 precompilato possa risolversi in un semplice slogan che nasconde invece insidie che al momento si starebbero del tutto sottovalutando. Vediamo allora quali potrebbero essere le criticità maggiori.

COME SARA' IL NUOVO 730

Innanzitutto, un 730 precompilato che davvero voglia semplificare la vita a pensionati e lavoratori dipendenti, dovrebbe contenere già le principali spese deducibili. Il riferimento è ad esempio ai versamenti alle forme di previdenza complementare, ai premi per assicurazioni sulla vita, agli interessi passivi sui mutui per l’abitazione principale e alle spese mediche. Stiamo quindi parlando di esborsi di cui l’amministrazione fiscale è perfettamente a conoscenza e dunque le detrazioni potrebbero essere direttamente inserite in un ipotetico 730 precompilato. Una circostanza che però risulta meno vera se si considerano le spese sanitarie. Un tale sistema presupporrebbe infatti che i medici di famiglia e gli specialisti comunicassero puntualmente, e in maniera selettiva per ogni contribuente e per ciascun codice fiscale dunque,tutte le spese sanitarie sostenute.

TUTTO SULLA NUOVA DICHIARAZIONE DEI REDDITI

Una circostanza del tutto inverosimile, data l’abitudine attuale dei medici di fare de semplici consuntivi cumulativi periodici. Questo significa che una delle voci di detrazioni più significative e che praticamente tutti i contribuenti utilizzano, ovvero proprio le spese sanitarie, dovrebbe essere inserita comunque in un secondo momento dal contribuente all’interno del 730 precompilato, che dunque già in partenza esordirebbe monco. Ma le difficoltà non finiscono qui. Il documento in questione infatti non arriverebbe direttamente “a casa” come annunciato. Il singolo contribuente dovrebbe infatti scaricarlo online, una procedura per la quale, proprio i milioni di pensionati a cui si rivolge, potrebbero essere costretti comunque a rivolgersi ad una terza persona, ossia in ultima analisi un Caf o un commercialista.

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Questi ultimi poi verrebbero di nuovo chiamati in causa per effettuare una sorta di controllo di routine di quanto contenuto nella dichiarazione ricevuta, considerando che tanti contribuenti, diciamo pure la maggior parte, non è assolutamente in grado di valutare se le voci contenute nel 730 possano essere corrette o errate. Una “controllatina” che sarebbe una cosa a metà tra la vera e propria compilazione del 730 e il suo semplice invio nel caso fosse correttamente precompilato. Dunque per commercialisti e Caf si porrebbe il problema di come farsi remunerare questa sorta di ispezione postuma dei modelli. Se a questo poi si aggiunge che gli stessi operatori fiscali dichiarano ogni anno di ricevere decine di comunicazioni da parte delle autorità fiscali con informazioni che spesso vengono poi corrette o smentite, si capisce bene quale livello di fiducia possa esistere tra contribuente e fisco.

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Come risultato potremmo dunque avere milioni di contribuenti che vorranno addirittura farsi riguardare in modo approfondito il 730 precompilato, facendo eventualmente aggiungere detrazioni mancanti. Commercialisti e Caf si ritroverebbero dunque di fronte un lavoro già svolto con criteri magari da decodificare e rivalutare, una situazione che quindi potrebbe, se possibile, essere ancora più complicata di quella in cui si trova un operatore che, partendo da zero, compila una dichiarazione dei redditi. Vedremo dunque come il Parlamento vorrà tenere conto di queste osservazioni, evitando che una legge che nasce per semplificare, non porti invece sostanzialmente alla ulteriore complicazione di un inutile doppio lavoro.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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