730 precompilato, perché in pochi vengono accettati
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Economia

730 precompilato, perché in pochi vengono accettati

Tra errori e detrazioni mancanti sono tanti i contribuenti che devono intervenire sul nuovo modello per correggere o aggiungere una serie di dati

Sono passati solo pochi giorni dal via libera ufficiale al 730 precompilato online, avvenuto lo scorso 15 aprile, ma già si cominciano a tirare le prime somme su questo tanto atteso esordio. E i primi riscontri non sono proprio positivi, anche se qualche difficoltà iniziale si poteva certamente mettere in conto visto il cambiamento epocale con cui si confronta l’amministrazione tributaria. La cartina di tornasole che tutti attendono per definire più o meno riuscita l’operazione è quella riguardante il numero di modelli precompilati che verranno accettati direttamente dai contribuenti, senza apportare nessun tipo di modifica. Ricordiamo tra l’altro che chi adotterà questo comportamento verrà escluso da qualsiasi tipo di ispezione o accertamento futuro da parte del fisco. Una prospettiva allettante, che però, a quanto pare, per svariate ragioni, la maggior parte dei contribuenti non potrà fare propria.

730 precompilato, istruzioni per l'uso


Tra le prime e più stringenti motivazioni che porteranno infatti molti utenti a modificare il contenuto del 730 precompilato c’è quella legata alla necessità di inserire detrazioni e deduzioni non presenti nella versione redatta dal fisco. In particolare l’attenzione è appuntata sulle spese sanitarie, che solo dal 2016 verranno inserite direttamente dai cervelloni dell’Agenzia delle entrate. Per quest’anno invece, chi vorrà beneficiare delle detrazioni in questione, dovrà provvedere a segnalarle nella dichiarazione dei redditi di proprio pugno. E in questa situazione potrebbero ritrovarsi un bel po’ di contribuenti. Secondo alcune stime fatte dalla Cgia di Mestre infatti, l’anno scorso sono stati circa 15 milioni i lavoratori dipendenti e i pensionati che hanno richiesto detrazioni di spese sanitarie al fisco. Questo significa che se anche quest’anno dovessero rimanere invariate queste proporzioni, solo 5 milioni, dei complessivi 20 milioni di 730 precompilati confezionati dall’Agenzia delle entrate, avrebbero la speranza di essere accettati senza modifiche.

730 precompilato, come evitare gli errori


Ma le richieste di deduzioni fiscali non si esauriscono certo con le sole spese sanitarie. Tra lavoratori dipendenti e pensionati, ci sono infatti almeno altre tre categorie di detrazioni molto sfruttate. Stiamo parlando di quelle riguardanti il recupero del patrimonio edilizio, di quelle per l’efficientamento energetico e di quelle per il mutuo immobiliare. Tutte voci di spesa che complessivamente, sempre secondo i calcoli della Cgia di Mestre, faranno lievitare mediamente a 700 euro le detrazioni richieste dai lavoratori dipendenti e a circa 550 euro quelle dei pensionati. Il tutto però con una notazione fondamentale: a differenza delle spese sanitarie, le altre detrazioni sopra citate, dovrebbero essere già inserite nel nuovo 730 precompilato.

730 precompilato, come integrarlo correttamente


Ma qui scatta un altro problema rilevante, ovvero quello dei possibili errori. Secondo un’indagine condotta infatti dal quotidiano Italia Oggi, ben 8 modelli su 10 di quelli preparati dall’Agenzia delle entrate, conterrebbero degli errori. E a nulla sembra essere servita per il momento la secca smentita dell’amministrazione fiscale: tra i contribuenti rimane forte il sospetto che, almeno in questa prima versione sperimentale, il 730 precompilato vada guardato, riguardato e controllato con molta attenzione, per evitare sgradite sorprese. In ogni caso, come ricordato, si tratta comunque di un primo esperimento, ed eventuali aggiustamenti in corsa serviranno a rendere sempre più efficiente il servizio negli anni a venire. Almeno, questo è quello che sperano milioni di contribuenti.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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