5 frasi da non dire al proprio capo
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Economia

5 frasi da non dire al proprio capo

Mai lasciarsi andare a confidenze azzardate in ufficio: rovinano la vostra immagine. Ecco i consigli degli esperti di Hays Response

Contare fino a dieci quando si parla con il capo. Una massima che vale soprattutto in ufficio: una parola di troppo, magari sbagliata, a volte rischia di compromettere una carriera.

Lo dice il buon senso, certo. E ora lo confermano anche gli esperti di gestione delle risorse umane. In questo caso, sono i professionisti di Hays Response, una società dedicata alla selezione dei profili più junior e cioè tutti coloro freschi di laurea.

"Quando si è giovani professionisti con pochi anni di carriera alle spalle è facile che l’emotività prenda il sopravvento e ci si lasci andare a confidenze azzardate con i propri colleghi. Purtroppo, le parole che si dicono giocano un ruolo fondamentale nel creare la propria immagine agli occhi degli altri" conferma Fabio Scarcella, esperto di Hays Response.

Assieme ai suoi colleghi ha scritto cinque "comandamenti" per evitare di fare figuracce con i propri superiori. Eccoli.

Odio questo lavoro

È la frase da evitare in assoluto, da non pronunciare non solo davanti al proprio capo ma anche di fronte ai colleghi. Sbandierare ai quattro venti quanto detestiate il lavoro che state facendo vi farà passare per delle persone negative e inadatte a fare squadra.

È un incompetente

Non vi gioverà mai fare un commento denigratorio su un collega. Se la vostra critica è giusta, sicuramente tutti sono già a conoscenza della situazione, quindi rimarcarlo non servirà a nulla. Anzi agli occhi del capo, potrà sembrare un goffo tentativo di farvi apparire migliori di lui.

Non posso farlo

Il capo vi chiede di fare qualcosa? Fatela e non dite che non potete portarla a termine. Quest'ultima frase è indice di pigrizia e insicurezza e denota anche scarsa propensione ad accettare nuove sfide. Casomai, proponente un'alternativa o chiedete aiuto a un collega.

Forse è un'idea stupida

Frasi del genere minano la vostra credibilità agli occhi del capo e dei propri colleghi: suggeriscono che non avete una grande stima di voi e, di conseguenza, anche i vostri interlocutori saranno portati a non nutrirne nei vostri confronti.

Non è colpa mia

Se avete avuto un ruolo in qualcosa che è andato storto, assumetevi la vostra parte di colpa. Se invece non c'entrate nulla, date a capo e colleghi una spiegazione di quel che è accaduto e lasciate che siano gli altri a trarre le proprie conclusioni su chi è il responsabile.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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