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Cretinate ecologiche

Greta Thunberg è andata in barca a vela a New York, altri vip chiedono lo stop ai Suv. L'ambiente è avvelenato, pure di propaganda

«Perché non parli di ecologia?». Mauro Querci, il nume tutelare del Grillo Parlante, mi stuzzica con Greta Thunberg. Ma io, sinceramente, sono in difficoltà. La sedicenne salvatrice del pianeta è appena arrivata a New York gridando «Terra!» con l’entusiasmo di Cristoforo Colombo, senza nemmeno rendersi conto che l’America, in realtà, è stata già scoperta alcuni secoli fa. Nei giorni precedenti ci aveva raccontato la traversata in mare sullo yacht di Pierre Casiraghi con toni apocalittici perché si era improvvisamente accorta che nell’oceano esistono le onde. Chi l’avrebbe mai detto? E lo so che dubitare di Greta è un po’ come parlare male della mamma o della Madonna, ma persino i suoi adulatori più convinti hanno notato, nelle sue ultime uscite, un eccesso di toni che non giovano nemmeno a lei. Figurarsi quanto possono giovare all’ambiente.

Per altro leggo sui giornali tedeschi che per riportare indietro lo yacht è arrivato a New York un altro equipaggio. Come? Ovviamente in aereo. Perfetto: siccome la bimba d’oro del neoambientalismo mondiale non viaggia in aereo, per andare a New York prende la barca del principe a pannelli solari e emissioni zero. Ma poi per riportarla indietro arriva una squadra di persone che viaggia in aereo. Non è meraviglioso? Mi ricorda un po’ quando, qualche tempo fa, Tom Cruise si fissò con i cibi ecologici. «Bisogna rispettare l’ambiente» ripeteva. E per rispettarlo, quando era in giro per il mondo, se faceva arrivare i cibi ecologici con il suo inquinantissimo jet privato. Emission impossible.

Perché non parlo di ecologia, caro Mauro? Semplice: perché non c’è materia più seria, non c’è materia che ci tocchi più da vicino, che non incida di più sul nostro presente, oltre che sul futuro. Eppure non c’è materia sulla quale si eserciti altrettanta ipocrisia. Mondo pulito, coscienza sporca. Julia Roberts si fece fotografare sulla copertina di Vanity Fair come nuova regina del green, suggeriva carta riciclata, energia solare, l’abolizione della plastica. Poi la videro sfrecciare via con il Suv per le strade di New York. Jennifer Lopez fu chiamata a fare il testimonial delle auto ecologiche e arrivò in jet. E a ben vedere anche Pierre Casiraghi, che si è fatto bello nel mondo con il suo yacht a emissioni zero, ha come sponsor del suo yacht club la Bmw, auto che non brillano certo nelle classifiche del risparmio energetico.

Non si può essere contro l’ecologia, ovviamente. Sarebbe un po’ come essere contro la vita. Però proprio per questo temo che l’argomento sia fra i più gettonati dai furbastri di ogni tipo, amanti del green solo per convenienza, persone che l’unico verde che amano è quello dei soldi. Ho l’impressione che l’ambiente sia un argomento troppo serio per essere lasciato agli ambientalisti. Ricordo, per esempio, che Lord Peter Melchett, storico direttore di Greenpeace in Gran Bretagna, ha passato metà della sua vita a lottare contro la terribile Monsanto. Il resto della sua vita l’ha passato a fare il consulente. Ovviamente della medesima (forse un po’ meno terribile) Monsanto.

I politici, ovviamente, non sono da meno. A Biarritz il presidente francese Emmanuel Macron era in difficoltà: contestato per il suo poco ambientalismo, senza nessuna possibilità di raggiungere risultati significativi al vertice in casa sua, ha nascosto il suo imbarazzo dietro il fumo dell’Amazzonia. Non c’è niente di meglio come manovra diversiva. Tutti i vip del mondo, infatti, si sono affrettati a indignarsi sui social, pubblicando foto spaventose di incendi. Peccato che fossero gli incendi di trent’anni prima.

Significa che l’Amazzonia non è un problema? No, significa che non sarà risolto finché viene usato per altri scopi. Per coprire le proprie magagne, o semplicemente per farsi un po’ di like. Per risolvere il problema dell’Amazzonia bisognerebbe studiare un po’ forse, almeno a sufficienza per distinguere la situazione del 1989 da quello di oggi. O si chiede troppo? Il fatto è che vestirsi di verde è facile, fa chic, si porta bene. Così tutti lo fanno soltanto per moda o per non doversi impegnare in qualcosa di più serio. Fateci caso nei prossimi giorni in tv: quando gli esponenti della nuova maggioranza pateracchio non saranno d’accordo su nulla, ma proprio su nulla, vedrete che tireranno fuori le parole magiche dell’economia green. Magari non sanno nemmeno cosa vuol dire o da dove cominciare, ma non importa. Tanto la mamma dei gretini è sempre incinta. Ed è per questo, caro Mauro, che non volevo parlare di ecologia.

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Mario Giordano

(Alessandria, 1966). Ha incominciato a denunciare scandali all'inizio della sua carriera (il primo libro s'intitolava Silenzio, si ruba) e non s'è ancora stancato. Purtroppo neppure gli altri si sono stancati di rubare. Ha diretto Studio Aperto, Il Giornale, l'all news di Mediaset Tgcom24 e ora il Tg4. Sposato, ha quattro figli che sono il miglior allenamento per questo giornale. Infatti ogni sera gli dicono: «Papà, dicci la verità». Provate voi a mentire.

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