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Ecco chi non può fare il giudice minorile onorario

Dopo l'emersione dello scandalo dei giudici in conflitto d'interessi perché legati alle case-famiglia, interviene il Consiglio superiore della magistratura

Alla fine, il Consiglio superiore della magistratura s’è mosso: con una circolare pubblicata il 26 ottobre, ha precisato con chiarezza e severità i nuovi criteri d’incompatibilità per i giudici minorili onorari.

Avevamo segnalato lo scandalo ai primi d’ottobre proprio qui: sui 1.083 giudici non di professione che oggi sono attivi nei 29 Tribunali dei minori, 211 (uno su cinque) hanno rapporti professionali ed economici con le "case-famiglia", le strutture che accolgono i bambini sottratti ai loro genitori per ordine degli stessi Tribunali. Un caso grave, sollevato dall’organizzazione Finalmente liberi onlus, che getta più di un sospetto sull’elevato numero di affidamenti di minori in Italia.

Adesso il Csm ha stabilito nuove regole, più stringenti: non potrà essere nominato giudice onorario minorile chi ha "cariche rappresentative in strutture comunitarie ove vengono inseriti minori da parte dell’autorità giudiziaria", né chi svolge "attività di operatore socio-sanitario o collaboratore a qualsiasi titolo delle strutture medesime, pubbliche e private".

Il Csm obbliga anche chi diventa giudice onorario a "impegnarsi a non assumere ruoli o cariche" nelle case-famiglia "per tutta la durata del suo incarico" e stabilisce che l’incompatibilità debba valere anche per chi abbia il coniuge o parenti sino al secondo grado interessati in una struttura dell’affido, e perfino un convivente.

Norme più severe, insomma, che finalmente cercano di porre fine a uno scandalo che dura da anni. Con un solo neo: poiché le nomine sono triennali, la circolare del Csm si applicherà ai giudici onorari che saranno cooptati nei Tribunali dei minori soltanto a partire dal 2017. In realtà, se la giustizia fosse giusta, gli stessi Tribunali dovrebbero applicarla da subito. Ma la giustizia, si sa, non è di questo mondo.

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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