Dove deve fermarsi il lavoro di un parlamentare?
La domanda in un convegno diretto da Carlo Giovanardi che si batte contro le interdittive antimafia, ma è indagato per "avere agevolato la 'ndrangheta"
Da anni Carlo Giovanardi, senatore modenese di Idea, popolo e libertà, si batte in Senato e sul territorio contro i disastri che in tempi di crisi e di alta disoccupazione le interdittive stanno combinando alle imprese della sua regione e oltre.
Il problema è che dallo scorso aprile il senatore, che pure è membro delle due commissioni Antimafia e Giustizia, e quindi è più che titolato a occuparsi di questi temi, è indagato dalla Procura di Bologna per rivelazione di segreti d'ufficio e per minaccia o violenza a un corpo politico-amministrativo, con l’aggravante di avere agevolato la 'ndrangheta emiliana.
Secondo l'accusa, Giovanardi sarebbe stato troppo zelante nel contestare, da parlamentare, i due controversi istituti giuridici: per l'appunto l’informativa antimafia e la white list.
In maggio l’ufficio di presidenza della commissione Antimafia, presieduta da Rosi Bindi, ha addirittura formulato a Giovanardi un “invito” ufficiale a “valutare l’opportunità politica” di “autosospendersi”.
Anche di tutto questo, sicuramente, si discuterà in un convegno intitolato: "Le opinioni e i voti espressi dai parlamentari nell'esercizio delle loro funzioni sono penalmente perseguibili?". Il convegno si terrà giovedì 21 settembre, a partire dalle ore 16, all'Hotel Nazionale in piazza Montecitorio a Roma.
I lavori saranno introdotti dallo stesso Giovanardi e dal suo collega senatore di Idea, Gaetano Quagliariello.
Interverranno: l'avvocato Raffaele Della Valle, che fu il legale di Enzo Tortora; Mario Esposito, professore di diritto costituzionale alla Sapienza di Roma; Mauro Mellini, avvocato ed esponente radicale; e il giornalista Fabio Cammalleri.
Ai lavori parteciperà anche Anna Finocchiaro, ministro per i Rapporti con il Parlamento, oltre che deputato del Partito democratico e magistrato in aspettativa.