Decreto carceri: i numeri e le perplessità
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Decreto carceri: i numeri e le perplessità

Ecco che cosa cambia con le nuove norme che promuovono l'uso delle pene alternative alla detenzione - Sondaggio

Il nuovo “decreto carceri”, approvato solo poche settimane fa, secondo il Ministero della Giustizia ha portato ad una prima serie di benefici. Da quando è stato adottato le persone recluse sono passate da 62.536 a 61.449, circa mille in meno. Ma il problema del sovraffollamento resta.

Infatti il Ministero stima che il sistema carcerario italiano possa offrire solamente 47.711 posti in 205 strutture carcerarie. Ci sono quindi circa 14mila detenuti in più rispetto alla capienza massima.
Ma quanti sono i detenuti stranieri? Le persone di nazionalità non italiana detenute nelle nostre carceri sono oltre 21mila. 37.335 detenuti, invece, sono quelli reclusi in seguito a una condanna definitiva mentre i rimanenti sono in attesa di processo e quindi, tecnicamente ancora innocenti.

Cosa prevede il decreto
Il “decreto carceri” prevede una serie di nuove regole per razionalizzare la gestione della popolazione carceraria, incentivando l’utilizzo di strumenti quali, ad esempio, braccialetto elettronico e domiciliari,  per fare eseguire le pene senza gravare ulteriormente sul sistema carcerario.  Gli obiettivi principali sono due: ridurre il numero di carcerati e dare più diritti ai detenuti.

Detenzione a domiciliari
Diventa permanente la regola che permette di scontare nell’abitazione in cui si ha il domicilio la propria pena, se questa non è superiore a 18 mesi. La regola vale anche per la parte residua di una condanna. Rimangono comunque tutte le eccezioni del caso previste per delitti gravi o nel caso in cui sia necessario tutelare la persona che ha subito il danno dal condannato.

Braccialetto elettronico
Il giudice che dispone gli arresti domiciliari dovrà sempre prescrivere i sistemi di controllo elettronici per le persone che manda agli arresti domiciliari, salvo particolari necessità. L’obiettivo è rendere più comune ed esteso l’utilizzo di strumenti come il braccialetto elettronico, che aiutano a mantenere sotto controllo la persona ai domiciliari senza gravare sulle forze dell’ordine

Detrazione della pena o  “sconti”
La detrazione della pena ovvero  la riduzione dei giorni da passare in carcere prima della liberazione, passa da 45 a 75 giorni a semestre. È una norma in vigore dal 2010 e che continuerà a essere applicata, con il nuovo conteggio dei giorni, fino al 24 dicembre del 2015. Lo sconto non è applicato nel caso di detenzione domiciliare. Sono esclusi i condannati di mafia e di altri gravi delitti come l’omicidio, la violenza sessuale e l’estorsione. La riduzione dei giorni, però, verrà valutata caso per caso, tenendo conto dei benefici.

Espulsioni
Considerata la grande quantità di persone straniere detenute nelle carceri italiane, il decreto amplia sensibilmente la possibilità dell’espulsione come soluzione alternativa alla detenzione per chi non ha nazionalità italiana. Il decreto prevede l’adozione di sistemi più rapidi per le procedure di identificazione ed espulsione della persona straniera

Reati per droga
Sono previste pene severe per lo spaccio di sostanze stupefacenti, anche nel caso di quantità contenute, se si è in presenza di recidive. Il decreto prevede meccanismi per evitare che siano applicate pene sproporzionate. I tossicodipendenti minorenni accusati di piccolo spaccio potranno essere inviati in comunità

L’affidamento in prova ai servizi sociali
L’affidamento in prova ai servizi sociali potrà essere applicato anche a chi è stato condannato o deve ancora scontare una pena residua di 4 anni, spostando quindi il limite in avanti di un anno rispetto all’attuale di 3. Ogni caso, però, sarà esaminato.

 I Diritti dei detenuti
Viene istituto il Garante nazionale dei diritti dei detenuti, costituito da tre esperti indipendenti presso il ministero della Giustizia. Il loro incarico durerà cinque anni e avranno il compito di verificare il rispetto dei diritti umani nelle carceri e nei centri di identificazione ed espulsione (CIE). Al Garante sono concessi diversi poteri per ottenere documenti, dati, informazioni dagli istituti carcerari e per effettuare particolari raccomandazioni.

Alessio Scandurra, Coordinatore dell'osservatorio sulle condizioni di detenzione della Associazione Antigone, che cosa ne pensa del decreto carceri? Potrà risolvere il problema del sovraffollamento?

“Il giudizio che diamo è certamente positivo. Antigone chiede da anni ad esempio l'istituzione del garante nazionale dei diritti dei detenuti, da ultimo anche con le 3 leggi di iniziativa popolare proposte con la campagna 3leggi.it e attualmente depositate in parlamento. Questa misura è finalmente arrivata, e non possiamo che essere soddisfatti. Al tempo stesso diciamo da tempo che è urgente fare anche alte cose, e rispetto a questo il decreto gela gli entusiasmi. La detenzione domiciliare speciale, prevista dalla legge 199, aveva una durata limitata, fino a dicembre del 2013, data entro la quale secondo la legge 199 stessa si doveva provvedere ad una riforma complessiva del sistema delle misure alternative. Questa riforma non c'è stata, oggi quella norma è entrata a far parte stabilmente del sistema, e una prospettiva di riforma complessiva si fa meno vicina.

In base al decreto quanti saranno i detenuti che potranno scontare  lasciare il carcere?

“E' molto difficile fare una stima dei possibili beneficiari delle norme previste dal decreto appena convertito. Una di queste, e penso alla modifica della legge sulle droghe, è superata dalla abrogazione da parte della Corte Costituzionale della Fini Giovanardi, novità questa che avrà un impatto assai importante. Probabilmente l'intervento più significativo per combattere il sovraffollamento delle nostre carceri tra quelli contenuti nel decreto è l'estensione della liberazione anticipata. Solo da questo c'è da aspettarsi un ulteriore calo della popolazione detenuta di almeno 3.000 persone. Si tratta però di persone tutte comunque prossime al fine pena e la novità non avrà nessun impatto sulla sicurezza dei cittadini”.

Braccialetto elettronico e domiciliari, sono due dei punti fondamentali  del decreto carceri. Con la detenzione domiciliare si va a svuotare il  carcere, certo, ma non si rischia di ridurre la sicurezza dei cittadini  considerando che dovranno essere impiegati nella vigilanza di questi  detenuti i poliziotti del Reparto Volanti?
“La detenzione domiciliare prevista dalla legge 199 viene oggi stabilizzata, ma questa misura alternativa, con caratteristiche in parte diverse, assieme ad altre esiste già da tempo nel nostro ordinamento. E ricordo che si tratta di misure molto efficaci, la cui revoca per commissione di un nuovo reato avviene in meno dell'1% dei casi. I numeri lo dicono chiaramente, si tratta di misure che producono sicurezza, non che la minacciano. Dal punto di vista della sicurezza dei cittadini sappiamo da tempo che il carcere non è affatto efficace. Quanto al braccialetto elettronico, è presto per dire che diffusione avrà. E' nel nostro ordinamento da tempo, ma fino ad ora senza applicazione. Ora è possibile che le cose cambino, ed anche questa ci sembra una novità positiva. Le carceri vivono una emergenza umanitaria talmente grave di fronte alla quale va esplorata qualunque soluzione”.

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Nadia Francalacci