Ocasio cortez
(Ansa)
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Altro che 5 Stelle: Ocasio Cortez e la politica in streaming

La Rubrica - The Lob

Ok, è il momento di parlare di Twitch. L'ultima a esserci sbarca è lei, l'abilissima Alexandria Ocasio-Cortez. La deputata Usa, già famosa per l'utilizzo che fa dei social, ha ospitato il suo primo streaming sulla piattaforma di livestreaming più popolare tra la Generazione Z. E ha parlato con circa 430 mila follower mentre giocava ad Among Us, una versione fantascientifica di Cena con delitto, dove un gruppo di persone si trova su un'astronave per ripararla, e devono capire quali siano gli umani e quali gli impostori alieni. Ironia della sorte, lei era tra gli impostori.

Un'altra mossa vincente per avvicinarsi a un pubblico sempre più giovane, spesso poco interessato alla politica perché la percepisce lontana. Prima di lei ci aveva provato Donald Trump, che in totale stile Trump si era fatto subito bannare per contenuti violenti.

In Italia, per ora, su Twitch non c'è né Matteo Renzi, né Matteo Salvini, ma qualcosa si muova. Fedez, sbarcato nel 2020, si + già posizionato tra i primi 10 canali italiani più seguiti. Gioca sotto lo pseudonimo di Zedef, Fedez al contrario. Si collega dalla «tana del boomer» e chiacchiera di attualità, smanetta ai suoi videogiochi preferiti e ospita altri personaggi, tra i quali la moglie Chiara Ferragni. Alessandro Cattelan c'è sbarcato a fine anno, BoboVieri a gennaio, con la sua BoboTv.

La piattaforma di livestreaming è stata creata nel 2011 e nel 2014 è stata comprata da Amazon per 1 miliardo di dollari. All'inizio ospitava esclusivamente le sessioni in streaming dei videogamer (gli «streamer»), che mentre giocavano chiacchieravano con i loro follower.

Poi, complice la pandemia e i tempi più lunghi delle nostre vite, si è allargata al resto del mondo. Secondo Twitchtracker.com, a gennaio su Twitch sono state viste oltre 2 miliardi di ore di video, pubblicati da quasi 10 milioni di streamer. Nella totale assenza di condivisione, la piattaforma ha fatto sentire gli utenti meno soli, connessi con il resto del mondo.

Gli streamer hanno iniziato a parlare di musica, a mostrare i loro viaggi, a commentare l'attualità, a registrare podcast o a tenere sedute di fitness. A essere più spinta dalla stessa piattaforma è diventata la categoria «Just chatting»4 Chiacchiere nella versione italiana – dedicata ai talk show in cui i creator discutono con la community o altri personaggi di svariati temi.

Obiettivo: diventare il portale di streaming più forte del mondo. E arrivare a 40 milioni di utenti entro la fine del 2021. Cifre minuscole rispetto ai 2 miliardi di utenti di Youtube, ma che fanno comunque contento Jeff Bezos. Il modello di business, a differenza di YouTube che basa tutti i suoi guadagni sulla pubblicità, si basa sull'engagement con l'utente. La sua forza sta nella condivisione e nel legame di una comunità che condivide un momento, un evento live. Una comunità fedele, che si appassiona e partecipa attivamente, interagisce con lo streamer e diventa sua amica. Gli streamer vendono abbonamenti a pagamento al proprio canale, chiedono donazioni. Quelli più seguiti possono guadagnare oltre 100 mila dollari al mese. Tutte cifre su cui la stessa Twitch prende una percentuale. Sfonderà? Difficile a dirsi. Di sicuro ha offerto alla politica uno degli strumenti più appetibili: un posto dove trovare una community pronta ad ascoltare parole in diretta.

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Simone Dattoli