Strategia della Tensione, dal "piano Solo" alle bombe
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Strategia della Tensione, dal "piano Solo" alle bombe

A 41 anni dalla strage di Brescia, la condanna di Maggi e Tramonte richiama alla memoria un ventennio di tentativi eversivi che hanno insanguinato l'Italia

C'è chi fa risalire la nascita della strategia della tensione al "piano Solo", il tentativo di golpe concepito dal generale dei Carabinieri Giovanni De Lorenzo assieme a frange dei servizi segreti delle forze armate (allora Sifar).
Nel quadro politico internazionale della Guerra Fredda, lo stato di emergenza e la presa del potere da parte dei militari avrebbe dovuto garantire il paese dal pericolo comunista rappresentato da politici e sindacalisti negli anni dei governi di centro-sinistra.
Scoperto nel 1967 da un'inchiesta del settimanale L'Espresso, De Lorenzo sarà rimosso dal ruolo di Capo di Stato Maggiore, riuscendo però a far condannare il direttore del settimanale Eugenio Scalfari nonostante il parere contrario di un giudice che sarà tragicamente protagonista degli anni della strategia della tensione: Vittorio Occorsio.
Il colpo di Stato riuscirà tre anni dopo in Grecia, con la giunta militare dei colonnelli. L'evento susciterà non poca impressione negli ambienti della destra eversiva in Italia, rappresentata dal principe Junio Valerio Borghese, comandante della X Flottiglia Mas durante la RSI. Fu proprio Borghese a tentare nuovamente l'atto eversivo poco più tardi, tra il 7 e l'8 dicembre 1970, bloccato in extremis da un contropiano.
Ma quando il principe tentava l'impresa ispirato dai fatti di Atene, era già esplosa da esattamente un anno la bomba in Piazza Fontana, a Milano. La bomba del 12 dicembre è da allora diventata per antonomasia il simbolo di quel decennio che stava per aprirsi: che passerà dall'omicidio Calabresi del marzo 1972 alla bomba alla Questura di Milano del 1973. L'anno seguente saranno altre due bombe, quelle scoppiate sul treno Italicus e in Piazza della Loggia a Brescia ad insanguinare e terrorizzare il Paese. Che l'anno successivo, nel 1975, vedrà un'impennata della violenza ideologica esplodere nelle strade degli "anni di piombo". A cui faranno seguito nel 1980 la strage della stazione ferroviaria di Bologna il 2 agosto e quattro anni più tardi la bomba che il 23 dicembre 1984 esploderà a bordo del rapido 904.
Nei processi che seguirono le stragi, il denominatore comune del ruolo dell'estrema destra nell'esecuzione materiale si è intrecciato in più occasioni con l'operato di diverse organizzazioni clandestine legate a frange deviate dei servizio segreti (come ad esempio Gladio e la P2) e a Cosa Nostra (strage del rapido 904). Tra le pieghe della strategia della tensione si inseriranno in tragica sequenza gli omicidi di giudici (Occorsio), di intellettuali e giornalisti (Pier Paolo Pasolini, Mauro de Mauro, Mino Pecorelli) e politici di primo piano (rapimento e omicidio Moro).
L'ultima propaggine della strategia della tensione colpisce quasi 30 anni dopo il piano De Lorenzo con le bombe mafiose di Roma, Firenze e Milano del 1993, appena dopo gli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino.

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