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Trento, la tragedia dei bambini uccisi dal padre

Un debito di oltre un milione di euro per l'acquisto di una nuova casa alla base del duplice omicidio

Ci sarebbe un debito di oltre un milione di euro alla base del folle gesto di Gabriele Sorrentino, 45 anni, operatore finanziario con un passato da carabiniere, che ha ucciso a martellate due suoi figli rispettivamente di quattro e due anni e mezzo e poi si è suicidato saltando nel vuoto in automobile da una parete di montagna. 


I corpi dei bambini sono stati trovati dalla madre al ritorno a casa.

Secondo i primi accertamenti, l'uomo non era più in grado di saldare l'acquisto del lussuoso attico su due piani di via della Costituzione, nel nuovo quartiere delle Albere, preso con la formula rent to buy e del valore di 1,2 milioni di euro.

Ieri mattina Sorrentino e la moglie sarebbero dovuti andare dal notaio per il rogito. Ma nonostante parte del denaro per l'acquisto fosse stato ottenuto vendendo una casa di proprietà della famiglia, l'uomo non era più in grado di onorare gli impegni, pare anche a causa di operazioni finanziarie andate male.

Una situazione ormai disperata, pare nascosta ai familiari.

I corpi trovati dalla mamma

È tornata a casa e li ha trovati morti, uccisi a martellate. Lei, Sara Failla, la mamma, non ha potuto fare altro che chiamare disperata la Polizia. I suoi piccoli, di tre e quattro anni, erano senza vita.

La tragedia è avvenuta a Trento, nel nuovo quartiere delle Albere. Sono subito partite le ricerche del padre, Gabriele Sorrentino che, tragedia nella tragedia, è stato trovato cadavere in un dirupo alle porte della città, probabilmente suicida. Anzi, l'ipotesi al vaglio degli investigatori è che a uccidere i piccoli sarebbe stato proprio lui per poi togliersi la vita.

La coppia ha anche una terza figlia di 13 anni in gita scolastica.

trento-bambini-mortiUn tweet con il ritrovamento del corpo del padre dei bambini uccisi a Trento - 27 marzo 2017Twitter @IlDolomiti

Gabriele Sorrentino lavorava a Trento come operatore finanziario. La moglie, Sara Failla, è veterinaria. In passato Sorrentino è stato carabiniere in servizio a Riva del Garda e, prima del congedo, ha seguito un corso per elicotterista a Bolzano. Il corpo senza vita dell'uomo è stato trovato ai piedi di uno strapiombo roccioso a Sardagna, località che domina il capoluogo trentino raggiungibile con una funivia. La sua auto era stata ritrovata in precedenza nel parcheggio dell'hotel Panorama, situato nei pressi della stazione di arrivo della funivia.

"Non ci sono stati tentativi di inquinare la scena del delitto - ha detto il Pm - spiegando che i bambini sono stati trovati in soggiorno. Il padre avrebbe dovuto accompagnarli a scuola". "La moglie - ha aggiunto Profiti - era uscita di casa come tutte le mattine, una situazione normale per la famiglia. Era ciò che accadeva quotidianamente. L'uomo - ha spiegato il magistrato - svolgeva delle attività finanziarie, lavorava in casa ed era normalmente in casa con i figli quando la moglie non c'era".

L'arma del delitto

L'esame necroscopico sui piccolini sarà svolto già questa sera. È stato confermato che l'arma del delitto potrebbe essere stato un martello oppure un oggetto contundente similare. Non risulta che l'uomo fosse in cura per fatti depressivi.

Pareva una famiglia modello
C'è incredulità fra i residenti del nuovissimo quartiere delle Albere, ancora poco abitato ma comunque molto frequentato da turisti e studenti grazie alla nuova biblioteca centrale universitaria.

"Il padre dei due bimbi mi aveva detto pochi giorni fa che stava per firmare il rogito, se uno decide di acquistare casa dovrebbe essere una persona equilibrata e normale", dice un vicino. "Non avrei mai pensato che Gabriele avrebbe potuto fare una cosa del genere, sembravano una famiglia da pubblicità in tv. Lui sembrava una bellissima persona che adorava i suoi bambini".

Della famiglia Sorrentino parla anche una delle bariste del locale che si trova nel quartiere delle Albere.
"Una famiglia unita, bellissima, perfetta. Il papà aveva un bellissimo modo di fare con i bambini". La sorella maggiore dei due bambini uccisi, 16 anni, è attualmente in gita scolastica. "Anche la ragazzina si vedeva che era molto legata a Gabriele", dice la barista.

"I bimbi poi erano molto legati anche al nonno paterno, che vive nell'edificio di fronte ai Sorrentino. Ieri mattina li ho visti come sempre, era tutto normale, erano sereni, anche il padre". Per il vescovo di Trento, Lauro Tisi questa "è una tragedia familiare, con il suo indicibile carico di dolore, che toglie il respiro".

Disturbi mentali sottovalutati
"Il tragico evento di Trento con l'omicidio di due bambini e il suicidio del genitore ci ricorda che i disturbi di personalità sono sottovalutati, pur interessando oltre il 10% della popolazione".

Lo affermano in una nota la psichiatra Donatella Marazziti e il sociologo della salute Mario Campanella della Fondazione scientifica Brf sulle Neuroscienze.

"Da un'analisi superficiale è assai probabile che l'omicida soffrisse di un disturbo di cluster A, probabilmente di tipo schizoide. Chi ha questo disturbo palesa una difficoltà ad entrare in relazione con l'altro e una visione psicotica che non raggiunge il livello di compromissione della vita".

"L'omicidio dei bambini è vissuto secondo lettaratura - continuano Marazziti e Campanella - addirittura come un atto di 'amore', agito per 'salvare' la prole da un futuro catastrofico".
"Si continua a non investire in prevenzione della salute mentale e si derubricano questi sanguinosi fatti come conseguenza di una crisi economica che, invece, è solo un alibi di fondo", concludono Marazziti e Campanella.

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