Trasporto aereo, comincia la difficile ripresa
(Ansa Epa)
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Trasporto aereo, comincia la difficile ripresa

Alcune compagnie falliscono, come Thai Airways, altre provano a riaprire, tra mille difficoltà

Comincia ora il vero disastro Covid per l'aviazione. In meno di 48 ore sono già una decina le compagnie aeree che hanno annunciato tagli al personale o procedure di fallimento. Tra queste Thai Airways, storico vettore con il quale la Thailandia negli anni Ottanta creò il suo turismo trasformandola nella più grande compagnia aerea asiatica, supremazia che perse con l'arrivo sul mercato dei vettori arabi e delle low-cost asiatiche, in primis cinesi. Non sono stati ancora diffusi i piani per il salvataggio che avverrà certamente, in quanto Thai è vettore di bandiera, ma da fonti locali si apprende che la compagnia avrebbe oltre 92 miliardi di baht (2,87 miliardi di dollari) di debito a carico della proprietà, ovvero il Ministero delle finanze tailandese. Si tratta comunque dell'aggravamento di una situazione di debito in essere dal 2013, per risolvere la quale ora si parla apertamente di una ristrutturazione che vedrà la significativa riduzione della flotta a lungo raggio, circa un'ottantina di aeromobili oggi ancora bloccati dai provvedimenti anti pandemia adottati nel Paese alla metà di aprile.

Ma c'è anche ci prova a ripartire.

Bergamo, ore 6:51 del 18 maggio. Il volo Wizzair 4351 decollato da Sofia atterra all'aeroporto "Il Caravaggio" di Orio al Serio. Sono i primi passeggeri dopo il lockdown ad arrivare in quello che è stato il centro della pandemia italiana. C'è calma e silenzio nel terminal, niente a che vedere con l'affollamento di gennaio e febbraio. Le indicazioni per i passeggeri sono chiare e nessuno pare perdersi o essere in difficoltà dai provvedimenti presi.

Per chi invece sta dietro al funzionamento del comparto la calma non c'è. Ryanair il 14 maggio ha tagliato più di 250 posti di lavoro negli uffici di quattro sedi: Varsavia, Dublino, Stansted e Madrid, ricorrendo a soluzioni di licenziamento, sospensioni temporanee e dimissioni incentivate. Ed entro la fine del mese, se la ripresa stenterà, annuncerà i dettagli del suo piano per ridurre fino a 3.000 posizioni riguardanti gli equipaggi di condotta, ovvero piloti e assistenti di volo.

Ryanair ha stabilito che queste persone non dovranno tornare al lavoro quando i suoi uffici riapriranno, ovvero il prossimo primo giugno, a seguito di una sostanziale riduzione del traffico che le compagnie aeree del gruppo stanno affrontando nel 2020.

"Purtroppo, dovremo ricorrere a un certo numero di licenziamenti e ridimensionare il numero di dipendenti e collaboratori perché a causa della pandemia quest'anno trasporteremo meno di 100 milioni di passeggeri", ha affermato alla testata Flighglobal il responsabile del personale di Ryanair Darrell Hughes, che ha anche confermato i continui incontri del vettore con i sindacati di categoria degli equipaggi di cabina per finalizzare l'accordo riguardante i tagli e una riduzione del 20% della retribuzione, una manovra necessaria per fronteggiare la situazione in vista di una ripresa del 40% delle attività di volo a partire da luglio. Ulteriori dettagli su questi tagli saranno tuttavia resi noti prima della fine di maggio.

Non va meglio dall'altra parte dell'oceano Atlantico, dove la fase post-Covid19 è ancora lontana e dove Delta Air Lines ha appena annunciato che ritirerà dal servizio la sua flotta di Boeing 777 relativamente vecchi, entro la fine del 2020 poiché mentre il Coronavirus continua mantenere bloccati i voli a lungo raggio, i costi per tenere fermi gli aeromobili aggravano le perdite da mancato guadagno creando i presupposti necessari ai vettori per razionalizzare permanentemente le flotte, risparmiando denaro spostandosi su velivoli più efficienti. Ciò che a Trump piacerà poco, stanti gli aiuti elargiti ai vettori Usa, è che Delta lascerà i Boeing per sostituirne una parte con gli Airbus A350s.

"Stiamo apportando modifiche strategiche ed economiche alla nostra flotta per rispondere all'impatto della pandemia di Covid-19 assicurando nel contempo che Delta sia ben posizionata per il recupero", ha dichiarato la compagnia "il B777 è stato un aeromobile affidabile e di successo da quando è entrato in linea di volo nel 1999 e, grazie alle sue caratteristiche operative uniche ha aperto nuovi mercati con voli non-stop a lungo raggio poiché allora era l'unico aeroplano in grado di farlo." La compagnia aerea con sede ad Atlanta ha diciotto Boeing 777, di cui dieci della variante "200LR" a lunghissimo raggio, ma soltanto nove di questi sarebbero attualmente operativi mentre nove erano già stati fermati prima della pandemia. Ora Delta Airlines li sostituirà con i gli A350-900 di nuova generazione che bruciano il 21% in meno di carburante rispetto ai B777 a parità di carico trasportato.

Delta ha oggi già ricevuto nove A350 che nel post-covid potranno immediatamente tornare in volo, ne ha poi quattro in deposito e dodici in ordine. Lo scorso mese di aprile la compagnia di base ad Atlanta ha affrettato anche il ritiro dal servizio della sua flotta di 73 McDonnel Douglas MD88 e MD90, certamente tra i più vecchi ma ancora apprezzati aeroplani civili in circolazione. E nonostante qualche B777 sia stato usato per rimpatriare i connazionali rimasti all'estero mentre veniva dichiarato il lockdown, Delta negli ultimi tre mesi ha fermato in totale 655 velivoli.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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