Traghetto in fiamme: foto e testimonianze
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Traghetto in fiamme: foto e testimonianze

Le immagini delle difficilissime operazioni di salvataggio. I primi arrivi dei passeggeri nei porti italiani. Le parole di chi c'era

"Stiamo abbracciati stretti l'uno all'altra per cercare di scaldarci. Se non finiamo annegati, moriamo di freddo". Sono queste le parole pronunciate al telefono con la Tv Mega Channel da una passeggera greca ancora a bordo del traghetto in fiamme. E riferisce che bambini e anziani sono stati soccorsi con gli elicotteri.

Traghetto in fiamme: la prima vittima


Ma è solo una delle tante testimonianze raccolte a bordo, durante le operazioni di salvataggio e a terra dalla voci di chi è riuscito già a essere salvato.

Bruceremo come topi

"La nave si è inclinata, siamo in pericolo, bruceremo come topi, non so quanto resisteremo" ha detto sempre al telefono un naufrago greco, Nikos Patheodosiou, a Mega Channel, chiedendo disperatamente che i soccorritori facessero presto. Come lui, anche un altro passeggero greco Yorgos Stiliaras: ''Siamo fuori sul ponte, stiamo morendo di freddo e soffochiamo per il fumo, l'incendio si estende sempre di più". E ha aggiunto: "I pavimenti sono bollenti, le persone tremano e tossiscono. Non si sa se ce la faremo".

Come il Titanic

"Sembrava il Titanic" hanno invece detto in un inglese stentato due sorelle adolescenti di nazionalità greca soccorse sulla Norman Atlantic e ricoverate nell'ospedale Perrino di Brindisi. Le loro condizioni sono buone ma, così come gli altri naufraghi soccorsi, sono sotto choc e molto impaurite.

L'allarme e la fuga

"Stavo dormendo, siamo stati svegliati dalla sirena dell'allarme ed è stato un fuggi fuggi generale". Ha ancora la paura negli occhi una ragazzina di 12 anni di Molfetta (Bari) salvata dall'incendio sul traghetto Norman Atlantic e poi ricoverata nel reparto di pediatria dell'ospedale di Copertino. Con lei c'è una quasi coetanea - ha 13 anni - di nazionalità greca, anche lei sfuggita all'incendio. La madre e il fratello della dodicenne sono stati tratti in salvo mentre il padre è rimasto a bordo della nave perchè ci lavora. Moglie e figli erano andati in Grecia a trovarlo per le feste di Natale e stavano tornando a casa quando è scoppiato l'incendio. "Ho sentito che il fuoco si è sprigionato da un camion - ha raccontato ancora la dodicenne - e poi si è propagato alla nave".

La figlia del comandante

"Non vediamo l'ora di poterlo riabbracciare, sono momenti molto difficili per la nostra famiglia, ma sono certa che mio padre ha fatto e sta facendo tutto il possibile per mettere in salvo equipaggio e passeggeri". È preoccupata ma orgogliosa di suo padre Giulia Giacomazzi, la figlia del comandante del traghetto Norman Atlantic, in fiamme nel Mare Adriatico. Argilio Giacomazzi, ha 62 anni e vive alla Spezia con la moglie Paola e la figlia. Il capitano è residente in un borgo di ponente del Golfo della Spezia. È lì che la famiglia si è riunita per seguire l'evolversi della vicenda dalle prime ore di questa mattina.

"È un capitano superiore di lungo corso, molto esperto - ha spiegato la figlia, al telefono con l'ANSA - Ho parlato con lui l'ultima volta ieri sera. L'ho sentito tranquillo, era tutto a posto. Abbiamo appreso la notizia dell'incendio dai notiziari e su internet, poi dalla società armatrice: da allora abbiamo provato a chiamarlo più volte, ma non c'è segnale. Le notizie che arrivano, purtroppo, sono molto frastagliate".

La figlia sottolinea la serietà e l'esperienza del padre: "ho molta fiducia nelle capacità di mio padre, la speranza è che la vicenda si risolva senza gravi conseguenze. Non appena ci comunicheranno il porto dove sarà traghettata la nave, partiremo immediatamente per riabbracciarlo". Il 62enne comandante anni fa fu protagonista di un soccorso: con la sua imbarcazione trainò verso il porto più vicino una nave in avaria e in balia delle onde.

ANSA/FERMO IMMAGINE RAINEWS24
Il fermo immagine tratto da RaiNews24 mostra le operazioni di soccorso ad alcuni naufraghi della Norman Atlantic, 28 dicembre 2014

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