Torre Maura, il razzismo ed una domanda sui Rom
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
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Torre Maura, il razzismo ed una domanda sui Rom

A Roma polemiche e barricate di un quartiere contro un insediamento Rom, e subito parte l'accusa: "Razzisti". Ma chi li vorrebbe davvero sotto casa propria?

"Ma lei li vorrebbe i Rom sotto casa sua?". Più o meno tutte le persone del quartiere romano di Torre Maura scese in piazza ieri per cercare di bloccare l'arrivo di 70 rom in un nuovo insediamento nel quartiere hanno posto questa domanda ai giornalisti che si sono precipitati a raccontare e documentare la loro protesta.

Una protesta rabbiosa, con momenti assurdi (non si calpesta mai il pane, soprattutto se destinato anche a 30 bambini) ma identica a quelle che, di fatto, convive da sempre ed in ogni angolo d'Italia quando si parla di Rom.

Perché che sia via Triboniano a Milano, o Torre Maura a Roma o qualsiasi altro campo rom la situazione è identica: la gente protesta. La gente, non tutta ma di certo la stragrande maggioranza, non li vuole.

Allora ci sono due strade. La prima è l'attacco: "Razzisti", "clima d'odio". Alcuni giornali, alcuni politici, e tante persone sui social hanno scritto e commentato così la protesta di quella gente. Commenti partiti da comode redazioni, o uffici, o case dove di Rom, nei paraggi, non ce ne sono. Persone che poi, ad esempio quando transitano in Stazione Centrale a Milano, alla vista di una "zingara" (la gente li chiama così) stringe la borsa al petto o cambia strada.

La seconda strada è cercare di capire. Capire perché ci spaventano. Magari ascoltare, senza pregiudizi, le parole di chi protesta. Negare che i Rom portino con loro un problema di sicurezza è falso (ci sono decine di statistiche e relazioni). Negare che l'integrazione sia molto ma molto complessa, se non impossibile, è falso.

Un solo episodio: 15 e più anni fa il Comune di Milano decise di sistemare il campo di via Triboniano. Venne distrutta una baraccopoli abusiva, creata alle spalle di una struttura esistente, vennero assegnate casette con acqua, corrente, gas. Vennero anche offerti tanti posti di lavoro quanti erano gli adulti. E garantite scuole ai bambini. Morale: a lavorare andarono in due (su una quarantina); a scuola, dopo un mese, non ci andò più alcun bambino. Erano in giro a chiedere l'elemosina.

Quindi, lasciate alle spalle la tifoseria, fermatevi e rispondete alla domanda che arriva da Torre Maura: "Ma lei li vorrebbe i Rom sotto casa sua?" 


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