I testimoni di giustizia sul piede di guerra in Campania
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I testimoni di giustizia sul piede di guerra in Campania

Luigi Coppola chiede maggiore salvaguardia al Presidente di Regione De Luca. Nessuna risposta. E annuncia una manifestazione di protesta

“Bisogna smetterla con le chiacchiere e dimostrare di avere gli attributi per interrompere anche a livello istituzionale un modo di fare poco legale”. Sono le accuse che Luigi Coppola, un testimone di giustizia campano, rivolge al presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, dal quale ormai da mesi non ottiene risposta.

I testimoni di giustizia campani chiedono di essere integrati all’interno della Pubblica Amministrazione come è accaduto per i testimoni di giustizia della Regione Sicilia, e come prevede la legge. Ma in Campania l’Amministrazione regionale sembra non rispondere.

“Probabilmente Vincenzo De Luca sarà allergico ai testimoni di giustizia che si sono opposti alla criminalità organizzata che in Campania la fa da padrona - spiega Coppola – mi sono rivolto al presidente già nell'agosto scorso per sensibilizzarlo sulla questione delle assunzioni, ma dalla sua segreteria ci sono state solo promesse e rimandi in merito ad un incontro”.

Dopo due mesi, la segreteria della regione Campania ha fatto sapere a Coppola che tutto è ancora "fermo all'attenzione del capo di gabinetto del presidente De Luca".

Intanto però a Napoli i cittadini hanno sempre più paura di parlare: nessuno vede, nessuno dichiara ciò che ha visto o sentito.

L’ultimo esempio eclatante è l’agguato avvenuto lo scorso 17 ottobre in uno dei quartieri del capoluogo partenopeo. Un ragazzo, poco più che ventenne, scopre che il fratello è stato ucciso solo quando torna sul luogo della sparatoria con la polizia. Solo in quel momento capisce che l'agguato per il fratello Domenico Aporta, ritenuto vicino al clan Vinella Grassi, era stato mortale. Ma da parte dell’uomo, nessuna collaborazione e soprattutto nessuna collaborazione dalle persone che vivono in via Monte Faito, a San Pietro a Patierno.

Sicuramente in molti hanno visto e sentito. Non può che essere così, considerando che il cadavere è rimasto a terra qualche ora e uno dei proiettili esplosi, ha colpito una persiana di un’abitazione.

“Questo silenzio da parte di De Luca, lascia i coraggiosi oppositori alla Camorra molto perplessi sul fatto che in Campania ci sia veramente quella volontà di stroncarla - prosegue Coppola - o quanto meno di schierarsi dichiaratamente dalla parte degli onesti”.

Poi Coppola, amareggiato, conclude: “Il comportamento del governatore della Campania rafforza le parole espresse dalla Bindi in occasione della sua recente visita a Napoli come presidente della commissione parlamentare antimafia”.

Intanto, Coppola e gli altri testimoni di giustizia campani, annunciano che a breve organizzeranno una manifestazione sotto la sede della regione Campania. “Vogliamo che il Presidente De Luca ci guardi in faccia”.

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Nadia Francalacci