Terrorismo: è possibile proteggere l'Expo?
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Terrorismo: è possibile proteggere l'Expo?

Secondo un ex agente dei Servizi Segreti italiani ci sarebbero gravi ritardi nella gestione della sicurezza

“Sono stati 'sensibilmente elevati' i controlli anti-terrorismo sull'Expo di Milano, con il rafforzamento del contingente delle forze dell'ordine impiegato". Il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, in audizione al Comitato Schengen, ha voluto rassicurare direttamente e indirettamente l’Italia ma anche i Paesi che parteciperanno all’evento. “Sulla manifestazione, ha aggiunto, sono accesi i riflettori di tutti il mondo e qualsiasi azione avrà una cassa di risonanza mediatica moltiplicata. Non ci sono comunque evidenze di rischi".

Ma che cosa occorre fare per mettere in sicurezza una manifestazione come quella di Expò?
“Non si deve parlare di che cosa occorre fare per proteggere l’Expò dagli attentati ma di che cosa si sarebbe dovuto fare per prevenire il rischio attentati- confessa a Panorama.it, un ex agente dei Servizi Segreti italiani in pensione – per evitare gli attentati occorre fare prevenzione e la prevenzione necessita di indagini, analisi e ricerche e quindi acquisizione di una mole incredibile di informazioni. E quindi di tempo”.

“Per prevenire gli attentati in una manifestazione così imponente come quella di Milano servono almeno due anni di lavoro- prosegue - ciò sta a significare che l’intelligence dovrebbe aver iniziato a “studiare” tutti i potenziali rischi almeno a fine 2012. E quando parlo di potenziali rischi intendo non solo i soggetti che vivono in Italia ma soprattutto quelli che possono essere collegati in qualche modo all’evento o ai Paesi ospitati”.
“ Fare un attentato all’Expò non significa colpire l’Italia. Questo deve essere un punto fermo nella mente degli italiani ma anche degli organizzatori di Expò”

Che cosa è necessario fare o sarebbe stato opportuno fare per innalzare il livello di sicurezza?
“Non basta incrementare il numero delle forze dell’ordine o dei militari che presidieranno l’evento ma l’intelligence dovrebbe aver preparato una “scheda-paese” per ogni Paese che avrà lo stand all’interno della struttura milanese. Ciò sta a significare che i nostri servizi ma anche il Comitato di Sicurezza dell’Expò dovrebbero essere già in possesso di un dossier dettagliato su ogni nazione con i rischi, le minacce e i potenziali attentatori che potrebbero approfittare dell’evento per colpire quel Paese”

Si parla di rafforzare ulteriormente la cintura di sicurezza…
“Rafforzare la cintura di sicurezza si può fare ma non aumentando gli agenti di polizia privata o militari ma solamente attraverso i controlli occulti da effettuare proprio sulla cintura di sicurezza esterna”

Durante l’audizione Schengen anche, Marco Minniti, sottosegretario con delega all'intelligence parlando del pacchetto antiterrorismo che il Governo intende varare, ha rassicurato il Paese. "Non siamo un Paese indifeso che deve correre rapidamente ad attuare misure emergenziali per affrontare una situazione senza controllo sul terrorismo. Riflettiamo su come migliorare, avere capacità sempre più pronte, ma non siamo all'Anno Zero".

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Nadia Francalacci