Terremoto sul Pollino: la terra trema da due anni
Osservatorio Sismologico Apuano
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Terremoto sul Pollino: la terra trema da due anni

Il sismologo: 'Si sapeva che sarebbe accaduto. Tutta l'area è a rischio'. Ad agosto l'ultima forte scossa interessò Messina

È arrivato. Il terremoto sul Pollino, questa notte, è arrivato .

Era due anni che minacciava. “In poco più di 24 mesi in questa area sono state registrate oltre 2.200 scosse di magnitudo bassa" spiega a Panorama.it il sismologo Paolo Frediani, Direttore dell’Osservatorio Sismologico Apuano, con picchi significativi come quello dello scorso agosto che ha interessato Messina e Reggio Calabria. Il meccanismo focale di questa faglia è di tipo estensivo, orientata da nord verso sud a bassa immersione verso ovest”.

Sono oltre due anni che gli abitanti della Calabria, della Basilicata e della zona settentrionale della Sicilia vivono nella paura.

L'apice, il 29 agosto 2012: Messina e Reggio Calabria tremano. Sono le 1.12 minuti e i sismografi italiani registrano nella zona dello Stretto di Messina un terremoto di magnitudo 4.6 con epicentro tra Scilla, Villa San Giovanni e Campo Calabro.

“Purtroppo il sisma in questa area non è un evento anomalo in quanto proprio questa zona è considerata dagli esperti ad altissimo rischio sismico d’Italia" precisa Frediani "e qui l’energia sprigionata dalla terra può raggiungere una magnitudo molto più importante di quella registrata nelle scorse ore”.

Quella dell'1.05 di oggi, di magnitudo 5, è stata la più forte dopo quella di Messina del 29 agosto. Due mila scosse fino ad ora registrate dai sismografi sono state di potenza minore di 2 gradi della scala Richter, quasi 200 tra 2 e 3, sei tra 3 e 4, una di magnitudo pari a 4.3. Ma nell'area del Pollino si sono verificate altre sei scosse di terremoto in rapida successione, che si aggiungono alle altre 15 che hanno seguito il sisma di magnitudo 5. L'ultima, in ordine di tempo, è stata registrata alle 4:56, con potenza 2.2. Ci sono poi state altre scosse alle 4:25 (2.9), alle 4:14 (2.3), alle 4:01 (2) ed alle 3:50 (2).

Le regioni di Calabria, Sicilia e Basilicata sono “flagellate” dai movimenti tellurici che si verificano quasi a scadenza giornaliera, la cui potenza ha oscillato fino a questa notte tra magnitudo 2 e 3.78.

“La zona del Pollino come del resto quella della due regioni confinanti risente del conflitto tra la zolla africana e quella euroasiatica" continua Frediani "non a caso sul loro territorio ci sono numerosi vulcani attivi che indicano la presenza di un conflitto o subduzione di placche intercontinentali in continuo movimento”.

L’ultima scossa forte che ha interessato il massiccio del Pollino risale al 28 maggio scorso, quasi in concomitanza con il terremoto in Emilia, quando si registrò un magnitudo 4.3. L’area interessata fu proprio quella compresa tra i comuni di Morano Calabro, Castrovillari e Mormanno.  

Purtroppo però, sono due anni che la terra trema anche nella zona a sud della provincia di Cosenza, in San Fili, San Marco Argentano, Rende, San Vincenzo La Costa, Montalto Uffugo, Lattarico e Cavallerizzo di Cerzeto.

Ma lo sciame sismico ha e continua ad interessare anche la Sila catanzarese: i rilievi della Rete sismica nazionale dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia nei comuni di Andali, Belcastro, Botricello, Cropani, Petrona' Sellia Marina e Sersale.

Ma in questi mesi sono molti anche i terremoti registrati in mare: una scossa di magnitudo 2.1 nel mare Tirreno, davanti alla costa cosentina e numerosi sismi a largo delle isole Tremiti con magnitudo compreso tra 2.3 e 3.4.

Ed è proprio Frediani a non escludere il pericolo tsunami anche per l'Italia. "Il Mediterraneo non è un’area immune da tsunami perché sono presenti faglie importanti come al largo delle Turchia o della vicina Grecia e aree “sensibili” come appunto la stessa Sicilia e Calabria. Non dobbiamo dimenticare il terribile terremoto che colpì Messina e che generò un’onda anomala, uno tsunami importante”. Anche se, "uno tsunami è legato a magnitudo che deve essere significativa, esempio 7, al movimento delle faglie e alla profondità del sisma".

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Nadia Francalacci