Strauss-Kahn,  non fu sfruttamento della prostituzione
PHILIPPE HUGUEN AFP
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Strauss-Kahn, non fu sfruttamento della prostituzione

L'ex direttore del Fmi prosciolto dal tribunale di Lille: "Non si può provare che sapesse che fossero squillo a pagamento. E comunque ha solo beneficiato delle prestazioni"

ƒDominique Strauss-Kahn è stato prosciolto dall'accusa di sfruttamento della prostituzione nel processo sui festini a luci rosse all'Hotel Carlton di Lille.

Secondo i giudici, non è possibile provare che l'ex direttore generale del Fondo monetario internazionale sapesse che le donne presenti nei festini tra Lille, Parigi e Washington fossero squillo a pagamento e comunque Dsk avrebbe solo beneficiato delle prestazioni sessuali.
In Francia frequentare prostitute non è un reato, ma chi procura prostitute rischia fino a 10 anni di prigione e una multa fino a 1,5 milioni di euro.

Questo processo, dopo le accuse nel 2011 di violenza sessuale in un hotel di New York, ai danni di una cameriera, Nafissatou Diallo, ha definitivamente affossato la carriera politica dell'ex ministro socialista.

Strauss-Kahn si dimise infatti dalla guida del Fmi e fu costretto a cancellare le sue ambizioni politiche mentre era pronto a lanciare la candidatura per le presidenziali del 2012. L'ex direttore del Fmi era presente oggi in aula a Lille, insieme a 13 imputati, al momento della lettura del verdetto.

Già durante il processo, durato tre settimane lo scorso febbraio, Strauss-Kahn aveva rivendicato il suo atteggiamento libertino, prendendo però le distanze dal sesso a pagamento. "Non mi considero assolutamente l'organizzatore di queste serate" a cui mi sono sempre "considerato invitato da Fabrice Paszkowski" e comunque "farlo con delle prostitute non rientra nella mia concezione delle relazioni sessuali", aveva affermato il 66enne ex ministro socialista.

Ugualmente, aveva negato "attività selvagge", sostenendo che i festini a cui aveva partecipato erano stati pochi e rari, "quattro all'anno per due anni", non solo a Lille ma anche a Parigi e Washington, e aveva ribadito che non sapeva che le donne coinvolte fossero escort.

Una linea difensiva che non ha mai convinto l'accusa, secondo cui Dsk non poteva ignorare che si trattasse di sesso a pagamento, a maggior ragione perché le serate erano organizzate principalmente per lui, "il re della festa".

La sua posizione giudiziaria si era però già alleggerita durante il dibattimento con la rinuncia a proseguire l'azione legale da parte di due prostitute, inizialmente parti civili nel processo. Gli avvocati delle donne avevano ammesso di non avere elementi sufficienti per vincere la causa e avevano quindi deciso di ritirarsi.

Insieme a lui, in libertà anche Dominique Alderweireld, chiamato 'Dodo la Saumure', i due imprenditori amici di Dsk, Fabrice Paskowski e David Roquet, cosi' come Herve' Franchois e Francis Henrion, rispettivamente proprietario e direttore dell'Hotel Carlton, all'epoca della vicenda.

È stato invece condannato a un anno di prigione con la pena sospesa René Kojfer, colpevole di aver agito come intermediario con i clienti.

Dalla storia del Sofitel di New York era uscito con un patteggiamento, prima di ripiombare sulle prime pagine dei giornali per una nuova saga giudiziaria a luci rosse. Da allora, è stato un crescendo, con tanto di libri e film che hanno scandagliato la sua vita, dipingendolo come una bestia assetata di sesso.
(Agi, Ansa, Lapresse)

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