La strage di cinesi a Prato ha colpe ben precise
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La strage di cinesi a Prato ha colpe ben precise

"I sindacati sapevano ma hanno fatto finta di non vedere". La denuncia dell'Assessore alla Sicurezza del Comune di Prato

“I sindacati? Si devono solo vergognare e soprattutto devono fare silenzio. Proprio loro che si professano di sinistra non hanno mai fatto niente per aiutare queste persone ridotte in schiavitù nelle fabbriche di Prato”. L’assessore alla Sicurezza e alla Polizia municipale del Comune di Prato, Aldo Milone, è sconcertato per le parole usate dai sindacalisti della Toscana per descrivere la strage di cinesi avvenuta domenica mattina in una fabbrica della zona industriale di Prato. “I sindacati hanno dichiarato di essere indignati per quanto accaduto? Qui, l’unica persona ad essere indignata sono io”.

L’ "assessore- sceriffo”, così definito in passato da molti concorrenti politici e anche da alcuni sindacalisti proprio per la sua battaglia contro lo sfruttamento dei cinesi, adesso si sfoga a Panorama.it denunciando le omissioni che, secondo lui, ci sono state da parte dei sindacati sul “caso Macrolotto”.  

Assessore Milone,  lei sostiene che i sindacati non sono mai voluti intervenire a tutela dei diritti dei lavoratori cinesi sfruttati nell’area industriale del Macrolotto..
“Certo, i sindacalisti di sinistra sono spuntati come funghi dopo questa strage solo per mettersi in evidenza e gridare alla “strage annunciata” ma nessuno di loro è mai voluto intervenire al mio fianco nella battaglia contro l’illegalità, lo sfruttamento e la riduzione in schiavitù che sto conducendo ormai da 4 anni, da quando sono assessore alla Sicurezza del Comune di Prato. Loro sapevano ma hanno fatto finta di non vedere fino ad oggi. Ho cercato di coinvolgerli in più occasioni ma nessuno di loro si è mai degnato di aderire e neppure di rispondermi”

Secondo lei perché?
“Il motivo è semplice: questi cinesi che sono morti non sono loro iscritti e quindi probabilmente per i sindacati non meritavano tutela. E come loro tutti gli altri che non hanno in tasca la loro tessera. Ecco che cosa penso. Ma c’è di più. Questa vicenda mostra che proprio loro che si professano sindacalisti di “Sinistra” e che dovrebbero avere nel loro Dna quei valori sociali e di uguaglianza che professa la Sinistra, il realtà sono ben lontani da quanto “sbandierano” a parole”.

Quante sono le aziende che avete sequestrato perché non sicure?
“In 4 anni abbiamo chiuso 1.200 aziende del comparto abbigliamento e sequestrato 24 mila macchinari. Ogni volta che il Comune ne sequestrava una, l’assessorato faceva un comunicato stampa e chiedeva anche l’intervento dei sindacati ma ovviamente senza nessuna risposta. Anzi, qualcuno di loro mi ha chiamato “razzista”.

E lei si sente razzista?
“Assolutamente no. Proprio perché non mi sento un razzista sto combattendo per debellare l’illegalità, la riduzione in schiavitù di uomini, donne e bambini e la clandestinità”

Dopo questo incendio in cui hanno perso la vita sette operai, che cosa intende fare il Comune?
“Continueremo a portare avanti la stessa politica di controlli ed eventualmente sequestri con la speranza che adesso nessuno mi chiami più né sceriffo, né razzista”

E al Governo che cosa chiede il Comune di Prato?
“Vogliamo leggi ad hoc per regolamentare il fenomeno della riduzione in schiavitù all’interno di queste comunità ma soprattutto chiediamo di incrementare il numero di uomini della Guardia di Finanza e delle Agenzia delle Entrate. Il Comune di Prato non riesce da solo a contrastare questa dilagante illegalità”.    

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Nadia Francalacci