Spiragli di buon senso degli Usa. Il Dipartimento dell'Istruzione contro il transgenderismo nello sport
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Spiragli di buon senso degli Usa. Il Dipartimento dell'Istruzione contro il transgenderismo nello sport

Una nuova normativa negli Usa vorrebbe mettere chiarezza in un tema che fa molto discutere da anni

Non solo in Italia, ma soprattutto negli Stati Uniti si continua a parlare del binomio sport-transgenderismo. Sono sempre di più i casi, infatti, di atleti trans che vogliono – e in alcuni casi ci riescono – gareggiare all'interno delle categorie del sesso opposto a quello biologico con quale sono effettivamente nati, scatenando una serie di conseguenze, soprattutto legate all'effettiva credibilità di una competizione che verrebbe falsata dalla presenza di atleti del sesso biologico opposto e quindi potenzialmente e biologicamente, nonché fisicamente, predisposti in maniera diversa.

Un'ingiustizia assurda, quella di gareggiare solo in base all'identità di genere "percepita", che ha investito negli ultimi giorni persino il Dipartimento dell'Istruzione degli Usa ma che, almeno in questo caso, va nella direzione opposta. Da Washington, infatti, arriva la notizie che il Dipartimento si starebbe preparando a ritirare milioni di dollari di finanziamenti alle scuole del Connecticut per il loro rifiuto di ritirarsi dalla Conferenza Atletica Interscholastica, nella quale si sostiene la necessità di permettere agli studenti transgender di competere in squadre che corrispondono alla loro identità di genere.

La politica sostenuta dalla Conferenza Atletica Interscholastica non è però una semplice presa di posizione, ma un vero e proprio progetto che, tradotto letteralmente, mira alla "desegregazione volontaria", ovvero far accedere senza il minimo problema i giovani atleti transgender alle categorie sportive del sesso che loro stessi percepiscono come proprio. Una battaglia quella con l'Ufficio per i Diritti Civili del Dipartimento iniziata quando quest'ultimo ha fatto sapere che non rilascerà alcuna sovvenzione, anche se in realtà i negoziati tra le parti sono ancora in corso.

La querelle sembra destinata però a protrarsi nonché ad avere importanti conseguente politiche anche a livello nazionale. La posizione del Dipartimento, infatti, rispecchia quelle espresse negli ultimi anni dal presidente Donald Trump e ha interessato i suoi stessi discorsi elettorali in queste settimane. Il braccio di ferro, anche se circoscritto per adesso al Connecticut, prevede inoltre lo stanziamento di quantità ingenti di denaro. Si parla, infatti, di un totale di 45 milioni di dollari da elargire in un arco di tempo di cinque anni e 18 milioni di dollari sono in particolare destinati ai distretti di New Haven, Hartford e Connecticut sudorientale.

La decisione del Dipartimento dell'Istruzione ha ovviamente subito alzato un polverone, non solo da parte delle molte associazioni Lgbt a stelle e strisce, ma anche da parte di quei funzionari scolastici che perderebbero così i finanziamenti. Come Michael H. Graner, per esempio, il sovrintendente della Groton Public Schools, che potrebbe perdere circa 1,5 milioni di dollari e ha parlato di un "provvedimento scioccante" siccome, secondo lui, "i programmi del distretto non avrebbero nulla a che fare con gli atleti transgender".

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Jacopo Coghe