Il deposito di scorie nucleari? Forse sarà in Sardegna
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Il deposito di scorie nucleari? Forse sarà in Sardegna

Tra meno di un mese il Governo deciderà dove sarà realizzato il sito di stoccaggio. Ma l'ex governatore Cappellacci parla di "giochi già fatti"

2 aprile 2015. Una data che potrebbe cambiare il destino della Sardegna, trasformando l’isola a vocazione turistica nel deposito di scorie nucleari d’Italia e del Mediterraneo. La notizia non è ancora ufficiale ma è comunque rimbalzata sull’isola da ambienti ministeriali. E a darne diffusione è stato l’ex governatore Ugo Cappellacci. "L’informazione mi è arrivata da fonti riservate ministeriali che ritengo molto attendibili" ci spiega Cappellacci. "Il processo di individuazione del sito per il deposito si è ormai concluso e sono due le regioni individuate: il Lazio e la Sardegna”.

Consigliere Capellacci, ci spieghi meglio. Di che procedimento si tratta?
È un procedimento interministeriale che coinvolge il Ministero Dell’Interno, della Difesa e dell’Ambiente oltre all’Ispra e alla società Sogin. Si tratta di uno studio per l’individuazione di un sito geografico dove depositare le scorie nucleari. E il procedimento si è già concluso. Adesso manca la decisione finale che sarà presa il 2 aprile.

E quali sono i suoi timori?
Le Regioni individuate al momento sono due ma il timore di tutti i sardi e ovviamente anche il mio, è quello che qualche “manina” fatata, possa dare un colpo di “bianchetto” alla “Regione Lazio” e lasciare la Sardegna. La stessa fonte mi dice che al 90% la scelta dovrebbe ricadere proprio sulla nostra Sardegna. Potremmo trovarcele in casa senza neppure saperlo, visto che questi processi sono coperti da estrema riservatezza.

E dove dovrebbe essere realizzato il sito di stoccaggio?
Nella parte centrale della Sardegna, nel cuore della nostra regione nella provincia di Nuoro.

Quante tonnellate di materiale nucleare dovrebbe essere stoccato in questo deposito?
La prima tornata prevede 30 mila tonnellate. Ma è solo il primo stoccaggio. Potremmo dire, l’aperitivo…

Ma la Sardegna non aveva votato contro il nucleare e contro eventuali depositi?
Certo, nel 2011. Quell’anno i sardi sono stati chiamati ad esprimersi con un referendum e hanno votato all’unanimità contro. Oltre il 97% della popolazione ha detto "No". E oggi a meno di quattro anni da quel voto rischiamo di trovarci praticamente sommersi dai rifiuti nucleari. Una vera beffa. La nostra Regione è un territorio a vocazione turistica. Abbiamo lavorato per migliorare la qualità della vita puntando anche a realizzare fonti di energia alternativa. Gli abitanti della Sardegna, ad oggi, detengono il primato di longevità in tutta Italia. Con questo provvedimento si distrugge tutto. Si distrugge un territorio, una popolazione che vuole valorizzare i valori importanti della qualità della vita, dell'ambiente, del clima e delle bellezze naturali.

Lei però ha sempre temuto che si potesse arrivarea questo punto...
Sì, già otto mesi fa avevamo chiesto alla Giunta e al Governatore di lavorare per scongiurare questa decisione ma adesso abbiamo scoperto che la Giunta non ha fatto proprio niente in tal senso. Quindi adesso ci sono anche responsabilità politiche forti proprio della giunta sarda.

Cappellacci, lei ha paura non solo per l’inquinamento del territorio e della popolazione ma anche per l’escalation degli attentati terroristici?
Sicuramente. Vi rendete conto che cosa può significare collocare in mezzo al Mediterraneo un deposito di stoccaggio di scorie nucleari? La Sardegna potrebbe diventare un bersaglio "naturale" per i terroristi. Così il nostro territorio, già invaso dai detenuti in regime del 41 bis, provato dalla crisi economica e disoccupazione che ha travolto tutti, adesso potrebbe diventare anche "terreno" per i terroristi dell'Isis.   

Ugo Cappellacci, con tutto il gruppo Forza Italia in Consiglio, ha firmato una mozione che chiede la convocazione straordinaria dell'Assemblea sarda. Non solo. Adesso vuole coinvolgere tutti i sardi affinché inondino la presidenza del Consiglio di mail contrarie al progetto.

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Nadia Francalacci