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Roma: un nuovo scandalo corruzione in Comune

Sei arresti per tangenti legati alla gestione di alcuni campi nomadi: regali e favori in cambio di appalti

Nuovo scandalo corruzione al Comune di Roma: sei arresti tra funzionari pubblici e imprenditori, per un giro di tangenti legato alla gestione di alcuni campi nomadi a Roma.
In questo caso Mafia Capitale non c'entra.

Centro propulsivo della corruzione è il dipartimento delle politiche sociali del Campidoglio per una vicenda che risale al 2013 e si arresta nel marzo del 2014.

Figura chiave è Emanuela Salvatori, funzionario direttivo dell'area inclusione sociale dell'ufficio Rom-Sinti e Camminanti del dipartimento. La Salvatori, che in questa storia è solo indagata, è una vecchia conoscenza di Mafia Capitale essendo stata condannata, in un rivolo della maxindagine, a 4 anni di reclusione.

I reati contestati sono quelli di corruzione, falso in atto pubblico e turbativa d'asta. Raggiunti da provvedimento di custodia cautelare in carcere gli imprenditori Roberto Chierici, Massimo Colangelo, Loris Talone e Salvatore di Maggio.

Ai domiciliari il funzionario del Comune di Roma, Alessandra Morgillo e il vigile urbano Eliseo De Luca. Disposta una misura interdittiva per il funzionario Vito Fulco.

I funzionari pubblici corrotti, secondo quanto accertato dai pm della Procura, ricevano 'regolarmente' mazzette e altri 'regali' come biglietti per il teatro, gioielli e anche l'acquisto di un escavatore.

Gli imprenditori puntavano ad ottenere ricche commissioni per appalti che venivano affidati senza gara per interventi in vari campi attrezzati come quello di Castel Romano e di via Candoni.

In base a quanto hanno accertato i pm della Procura di Roma e dai carabinieri della compagnia Eur i lavori all'interno dei campi non venivano neanche effettuati.

Gli imprenditori ottenevano il via libera dopo aver presentato richiesta con firme false e riuscivano ad ottenere dai funzionari capitolini la anche la retrodatazione su alcuni documenti.

Tra i vari vantaggi ottenuti dai dirigenti anche l'assunzione di una figlia presso una delle cooperative o la pubblicità gratuita per lo studio dentistico di una parente di una indagata.
Il passaggio di soldi avveniva anche all'interno degli uffici del Campidoglio. È quanto hanno accertato i carabinieri della compagnia Eur che hanno svolto le indagini nell'inchiesta sulla corruzione nel Comune di Roma culminata oggi in una serie di provvedimenti di custodia cautelare.

Le mazzette avevano importi che variavano dai 3000 euro in su. Gli inquirenti sono riusciti anche a filmare il passaggio di denaro che in alcuni casi avveniva anche negli uffici del dipartimento politiche sociali. L'inchiesta era partita da una serie di intercettazioni telefoniche in cui alcuni abitanti dei campi rom raccontavano del giro di mazzette tra imprenditori e funzionari comunali.


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Redazione