I rom in Italia: che cosa sappiamo
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I rom in Italia: che cosa sappiamo

La principale minoranza etnica del nostro Paese è in realtà molto meno consistente delle omologhe di altri grandi Stati Europei. Eccola in dettaglio

Rom, sinti, camminanti: accomunati dall'etichetta dispregiativa di "zingari", sono i principali popoli romanì, ovvero la minoranza etnica più diffusa in Italia.

Stimare quanti siano nel nostro Paese è veramente difficile. Alcune indagini parlano di 90 mila presenze, altre quasi il doppio. Verosimilmente la verità sta nel mezzo.

Meno incerto è il dato su quanti, tra coloro, sono di nazionalità italiana: circa 70 mila, perlopiù discendenti da storiche famiglie rom arrivate nella Penisola nel Medioevo.

In tutti gli altri casi, la provenienza è da rintracciare nella Romania e dai Paesi dell’ex Jugoslavia.

Un'emergenza, da Nord a Sud

La maggioranza è stanziale e molti di loro (circa 30 mila, sempre secondo stime di massima) vivono nei cosiddetti “campi rom”, all’interno di case mobili, baracche o abitazioni rudimentali, dove spesso le condizioni igieniche sono ai minimi termini, facendo sì che in molti casi si possa parlare di “emergenza abitativa”.

Secondo le rilevazioni più recenti, circa la metà di questa popolazione sarebbe composta da minori, effetto di un tasso di natalità molto più elevato rispetto alla media nazionale (circa 5 figli per nucleo familiare), a cui fa da contraltare una mortalità altrettanto alta, tant’è che soltanto il 3% della totalità dei rom supera i 60 anni.

Le aree formalmente riconosciute sono circa 150, sparse in maniera più o meno equilibrata lungo tutto il Paese.

Qui, quasi la metà della popolazione è di nazionalità italiana, mentre nell’altra tipologia di aree, quelle non riconosciute, vivono principalmente rom provenienti dalla Romania e dalla Bulgaria.

A Roma, dove la presenza Rom, è storicamente abbondante, si trovano 17 campi formali e circa 300 spontanei.

Gruppi e sottogruppi

I rom più numerosi sono gli harvati, provenienti dalla Jugoslavia settentrionale, seguiti dai lovari (di origine ungherese) e poi dai rudari.

A seguire, gli abruzzesi e i molisani, i napoletani, i cimentani, i pugliesi e i calabresi.

In Sicilia, piuttosto consistente è il gruppo dei camminanti.

Nel Nord della Penisola sono presenti soprattutto i rom provenienti da Kosovo, Bosnia ed Erzegovina e Romania, e i sinti che, tuttavia, non si riconoscono nella popolazione rom, bensì nella più ampia etnia romanì.

Contrariamente a quanto si è soliti pensare, in Italia la presenza rom è piuttosto bassa rispetto a quella di altri grandi Stati europei.

In Francia e in Spagna - tanto da avere un ordine di grandezza - si parla di cifre anche di dieci volte superiori.

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Luciano Lombardi