Pane nero, l'ultima frontiera della truffa alimentare
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Pane nero, l'ultima frontiera della truffa alimentare

Denunciati 12 panificatori pugliesi: utilizzavano additivi chimici. L'intervista al presidente di Assopanificatori e al dietologo Paolo Raffi

“Non si può e non si deve chiamare pane. Questo deve essere chiaro al consumatore”. Davide Trombini, Presidente di Assopanificatori Confesercenti, ci tiene a precisare che “pane” può essere chiamato solo quel prodotto che si ottiene dall’impasto di farina, sale, acqua, olio d’oliva o in sostituzione di quest’ultimo, strutto. “Non è pane quello prodotto con il carbone vegetale- precisa Trombini- quello è un prodotto che adesso è di moda ma non ha niente a che fare con il pane”. Ma in Puglia, dodici panificatori avevano deciso addirittura di sostituire il carbone vegetale, già di per sé non riconosciuto dalla legislazione come ingrediente ‘ufficiale’ per la produzione del pane, con un additivo chimico ovvero il colorante E153. A scoprire la truffa ai danni dei consumatori, il Corpo Forestale dello Stato che ha rintracciato e denunciato i 12 titolari di altrettanti esercizi commerciali di Bari, Andria, Barletta, Foggia, Taranto e Brindisi. 

Da alcuni mesi producevano e commercializzavano pane, focacce e bruschette al carbone vegetale utilizzando il colorante E153, procedimento vietato dalla legislazione nazionale ma anche da quella europea. “Nel pane non può essere utilizzato neppure l’olio di semi, la margarina, il pangrattato- precisa il Presidente di Assopanificatori – e neppure quei lieviti chimici che invece sono consentiti per la produzione di pizze o pasticceria”.

Il colorante vietato, veniva aggiunto durante la preparazione dei prodotti da forno, assieme all’olio e all’acqua. I prodotti, che sono stati tutti sequestrati, venivano reclamizzati esaltandone la digeribilità e per la loro presunta capacità assorbente, anche come ausilio per i disturbi gastrointestinali.

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Quali sono le proprietà benefiche del carbone vegetale? Panorama.it, lo ha chiesto al dottor Paolo Raffi, Medico, Specialista in Dietologia e Dietoterapia di Pisa.
“Il carbone vegetale propriamente detto deriva dalla combustione della legna in assenza di ossigeno. Di per sé non è commestibile e non ha proprietà benefiche. In medicina si usa invece la varietà di carbone vegetale detta Carbone attivo, polvere nera, fine e porosa, prodotta industrialmente per distillazione di legno o lignite, che successivamente viene trattata con vapore o anidride carbonica a 800° C.
Solitamente come viene impiegata?
Si utilizza in due settori della medicina: in Pronto Soccorso e ad alte dosi come antidoto non specifico, in grado di inattivare svariati veleni o farmaci nello stomaco, impedendo o ritardando il loro assorbimento. In piccole dosi, invece, in prodotti da banco, per alleviare disturbi gastrointestinali come aerofagia, meteorismo, colon irritabile con diarrea. L’uso del carbone attivo è previsto dalla legislazione italiana anche come colorante alimentare con il codice “E153 – carbone medicinale” mail suo impiego è consentito ad esempio in caramelle e confetti, ma non nel pane.

Quali possono essere invece, le conseguenze per la salute del consumatore del colorante chimico E153?

Al contrario di quanto suggerito dalla FDA, non esiste alcuna prova di una presunta azione cancerogena del carbone attivo, sia come farmaco, che come integratore da banco, o come colorante (E153). Fra l’altro la massima autorità riconosciuta nell’aggiornamento delle sostanze cancerogene certe, probabili o possibili, non è la FDA americana, ma l’Agenzia europea IARC; nell’elenco attuale non figura questo colorante, né vi sono indizi in tal senso. È molto improbabile che le minime dosi di colorante aggiunte all’impasto del pane possano avere effetti percepibili sulla salute del consumatore, tuttavia coloro che devono assumere farmaci potrebbero subire un effetto negativo del carbone sull'assorbimento del medicinale. Resta comunque deplorevole la gravità di queste frodi alimentari: richiamando artificiosamente l’attenzione sul colore nero, si fa credere al consumatore che si tratti di “pane nero” come quello di una volta, ricco di fibre alimentari e prodotto con sfarinati di segale o di altri cereali integrali.

I prodotti con carbone vegetale possono essere consumati da tutti quotidianamente oppure ci sono delle controindicazioni?
Il carbone attivo è sconsigliabile per chi soffre di stitichezza, per chi assume altri farmaci durante la giornata, e in presenza di disturbi intestinali di gravità non accertata. Devono guidarci sempre il buon senso e la prudenza: l’uso quotidiano di integratori deve essere sempre limitato nel tempo, e fondato solo sul consiglio puntuale del medico.


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Nadia Francalacci