La Polizia alla politica: 'Ascoltateci in silenzio'
Imagoeconomica- Sergio Oliviero
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La Polizia alla politica: 'Ascoltateci in silenzio'

Il Movimento poliziotti si rivolge direttamente ai candidati delle prossime elezioni: "Prima di parlare di sicurezza ascoltateci"

Siamo i poliziotti meno pagati d’Europa e siamo costretti a combattere quotidianamente le mafie più violente del mondo. Non abbiamo soldi, strutture e soprattutto prospettive incoraggianti per il futuro”.

Gli agenti del Movimento Poliziotti della Polizia di Stato, hanno deciso per la prima volta, di rivolgersi direttamente ai nuovi candidati alle prossime elezioni. La loro non è solo una denuncia ma soprattutto una richiesta al futuro Governo di prestare la massima attenzione al comparto sicurezza e ai suoi lavoratori.  

“Siamo i poliziotti meno pagati del Continente europeo e questa è una realtà inconfutabile, nonostante la continua ed incessante lotta alle mafie, al terrorismo vecchio e nuovo, all’immigrazione europea e le altre innumerevoli piaghe che affliggono l’Italia quotidianamente - dichiara a Panorama.it, Maurizio Cudicio,sindacalista della Polizia di Stato e fondatore del Movimento -  ma non fa nulla, la nostra dignità, il nostro spirito di sacrificio sono da sempre stati d’esempio per chiunque intenda far parte della ‘Buona Pubblica Amministrazione’” .

“Dunque non chiediamo aumenti di stipendio, chiediamo solo che il nostro contratto sia rinnovato come da anni andrebbe fatto, per riconoscerci almeno la dignità di “lavoratori” – puntualizza Cudicio - visto che quella di uomini di Stato sembra assai lontana”.

“In questi giorni sembra ci sia una reale volontà di cambiare le cose nel Paese, così come pare ci siano delle nuove figure “in campo” pronte a mettersi seriamente in gioco per il bene dello stesso- prosegue - potrà essere solo l’aria da campagna elettorale ma noi operatori, che rappresentiamo un notevole bacino elettorale, vogliamo crederci”.

I rappresentanti delle Forze dell’Ordine, consapevoli anche della loro forza elettorale, hanno deciso di non rimanere più in silenzio.

“I personaggi che si presentano agli elettori e quindi anche a tutti noi poliziotti e agli altri appartenenti alle Forze dell’Ordine, come una “novità”, si sono distinti nella società passata e presente per i loro ruoli sociali, ognuno a modo suo. Ai Professori e ai Rinnovatori, ultimamente si sono aggiunti anche i Magistrati, personaggi che senza dubbio devono la loro fama e i loro successi alla Polizia Giudiziaria e quindi al nostro lavoro”, precisa il poliziotto.

“Il nostro appello è rivolto a quei politici che intendono ascoltare i veri consigli, quelli che vengono “dalla base”  dagli “operai”, da chi ogni giorno si sporca le mani oppure muore ucciso a sprangate; da chi perde un occhio a fucilate oppure dai colleghi di chi si è schiantato in auto per correre dietro ad un malvivente- continua a denunciare  Maurizio Cudicio - oggi più che mai c’è la necessità che politici capiscano che la sicurezza è un investimento e non una spesa. Per questo chiediamo che si inizi con il giusto riconoscimento economico ossia pagare le indennità sempre rinviate e quelle sospese come l’assegno di funzione, avanzamento di grado, cambi turno, straordinari”.

Ma oltre al rinnovo del contratto che cosa altro chiedono i poliziotti italiani per non sentirsi “inferiori” rispetto ai colleghi del resto d’Europa? Eppure sono gli stessi poliziotti che vengono chiamati in giro per in mondo ad insegnare i metodi investigativi e operativi del Belpaese alle altre polizie.

“Occorre aprire nuovi presidi di polizia, non chiuderli come si fa da anni a questa parte, lasciando in balia del crimine intere zone per poi svegliarsi dopo le stragi e spendere milioni solo per evitare il linciaggio da parte dell'opinione pubblica; investire nella formazione degli operatori di Polizia, comprare mezzi e materiali al passo con i tempi e con gli altri Paesi europei, in sostituzione o in aggiunta a quelli già in uso, come  ad esempio proiettili di gomma a basso impatto o spray urticanti. E’ necessaria la dotazione di armi che stordiscano, disorientino, inabilitino e non solo armi che uccidono o comunque compromettano in modo grave o permanente, come quelle che attualmente sono in dotazione. E che creano problemi giudiziari ai poliziotti che le usano anche in modo corretto e opportuno”.

Ed infatti la vera richiesta al nuovo Governo che arriva dai poliziotti, è quella di istituire una nuova figura che sia da garante per i poliziotti stessi nei confronti dei magistrati. Insomma, per proteggersi.

“C’è da dire che mentre nella società chiunque sbagli, poliziotto, politico, impiegato, viene perseguito, i Magistrati risultano invece una “casta intoccabile”, giudicanti senza poter essere mai giudicati - tuona Cudicio- è necessario quindi istituire una figura terza, a cui i nostri funzionari, almeno il capo della Squadra Mobile o Il Questore di Polizia, possano indirizzare, documentando, le lacune, gli errori, gli abusi che i “cattivi” magistrati possono compiere. È stato proposto da altre sigle sindacali di Polizia, che i casi riguardanti gli operatori in servizio, vengano trattati direttamente dai Procuratori Capo, che si da per scontato abbiano la necessaria esperienza e giudizio”.

Poi conclude: “Noi vogliamo che gli abusi da parte degli operatori di Polizia, così come tutti quelli da parte della Pubblica Amministrazione, vengano puniti severamente, molto più severamente di quanto si faccia oggi, ma non vogliamo colleghi innocenti in galera, indagati , perseguitati per aver solo eseguito il loro lavoro”.

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Nadia Francalacci