Pope Francis Chile
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Perché Papa Francesco ha chiesto scusa ai cileni

Le parole pronunciate sul caso del vescovo presunto pedofilo non sono piaciute. Ma dopo la reazione di O'Malley Bergoglio ha fatto un passo indietro

Un “viaggio profondamente pastorale, molto commovente”, vicino “al calore della gente comune, dei poveri, degli indios”. È il giudizio a “caldo” che Papa Francesco fa del pellegrinaggio in Cile e in Perù appena rientrato a Roma.

Una visita “positiva sotto tanti aspetti” - ribadisce nel corso della conferenza stampa durante il volo di ritorno -, ma che resterà nel ricordo collettivo per un altro aspetto: la presa di distanza dalle critiche a un vescovo cileno accusato di aver coperto un prete pedofilo, precisando che “finora non ci sono prove vere” e che “parlerò quando queste prove mi verranno portate”.

Una presa di posizione che ha turbato non poco vittime ed opinione pubblica, in difesa delle quali è sceso apertamente in campo il cardinale statunitense Sean Patrick O'Malley, presidente della Pontificia commissione per la difesa dei minori, con una nota nella quale ha specificato di “comprendere” il dolore di quanti “hanno sofferto e soffrono” per la imprevista presa di posizione del papa.

Vero e proprio corto circuito tra Francesco ed uno dei cardinali a lui più vicino, che però è stato a sorpresa sminato dallo stesso pontefice alla fine del viaggio in Sudamerica, quando lo ha ringraziato pubblicamente  “per aver difeso le vittime” aggiungendo: “chiedo scusa per aver turbato tante persone col mio intervento”.

Totale la condivisione dell'intervento del cardinale sul dolore delle vittime degli abusi del clero. "Nella sua dichiarazione ha detto che 'Il Papa ha sempre difeso le vittime', e che 'Il Papa vuole la tolleranza zero'  ma 'con la sua espressione non felice ha fatto dispiacere le vittime'. E questo mi ha fatto pensare. Io ho apprezzato il cardinale O'Malley, lo ringrazio per la dichiarazione, perché è stato molto giusto".

Il caso a cui ha fatto riferimento il Papa riguarda la vicenda di Juan Barros, il vescovo di Osorno in Cile del quale gruppi di fedeli chiedono le dimissioni perché sospettato di complicità con un prete pedofilo che era stato il suo padre spirituale.

Nella conferenza stampa, Francesco ha spiegato di essere stato sostanzialmente frainteso, cioè che non intendeva affatto parlare in generale della necessità che le vittime portino delle prove, ma di essersi riferito solo al caso specifico che egli ritiene sostanzialmente chiarito a favore dell'accusato.

"Con questo - ha scandito Bergoglio - devo chiedere scusa, perché la parola 'prova' ha ferito tanti abusati. È una parola di traduzione e chiedo scusa a loro se li ho feriti senza accorgermi. Li ho ricevuti in Cile e a Filadelfia. So quanto soffrono, e sentire che il Papa dice in faccia portatemi una prova è uno schiaffo. Ora mi accorgo che la mia espressione è stata infelice e chiedo scusa".

Il Papa, infine, ha poi assicurato che “ovviamente” il cardinale O'Malley sarà confermato alla guida della Commissione per la protezione dei minori creata su suggerimento del C9 (i nove cardinali che studiano le riforme della Santa Sede) di cui pure l'arcivescovo di Boston, campione della lotta agli abusi nella Chiesa, fa parte. "La commissione - ha spiegato Francesco - era stata nominata per tre anni, e' scaduta”, ma “ora sarà rinnovata” e O'Malley sarà riconfermato alla presidenza.

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Orazio La Rocca