Peggio morti che bendati
L'indignazione per l'immagine del ragazzo bendato in caserma non può e non deve superare quella per la morte di Cerciello Rega
“Un morto, troppe ombre”. Così titolava ieri la prima pagina de La Repubblica. Occhiello: Il giallo del Carabiniere ucciso. Più sotto venivano spiegati i “dubbi sulla dinamica dei fatti”, quasi che i militari dell’Arma, uno dei quali ucciso a coltellate, avessero qualcosa da nascondere.
Più esplicita però era la riga nera conclusiva del titolo: “Foto shock dell’interrogatorio in caserma” con relativo giudizio del portavoce dei Carabinieri (“Metodi inaccettabili”).
Ecco il punto. La foto scattata a quel ragazzo è diventata la foto del giorno. E’ finita su tutti i giornali, i siti, le televisioni italiane e straniere. Cnn ha dato ampio risalto all’immagine. E via, sui social, sono partiti gli attacchi all’Arma con molti che hanno chiamato in causa il “caso Cucchi”.
Inutile dire che il gesto è sbagliato, che non c’è spiegazione, nemmeno la rabbia per aver scoperto l’assassino di un collega. Inutile dire che i Carabinieri hanno aperto immediatamente un’inchiesta interna e che il responsabile o i responsabili pagheranno. C’è però un limite all’indignazione per la foto di questo ragazzo bendato.
Ed il limite è la foto di Cerciello Lega, di un uomo ucciso da un ragazzo americano in vacanza invischiato in una storia di droga e che se ne girava per Roma armato, con un coltello.
Oggi è il giorno dei funerali del Carabiniere ucciso e verranno scattate decine di foto della sua bara.
Magari vedendo l’immagine di quella cassa di legno, con i fiori, il cappello dell’arma e dietro una famiglia distrutta capiremo che c’è un limite all’indignazione per un ragazzo bendato in una caserma; un ragazzo, un delinquente, bendato ma vivo. Nell’altra foto c’è infatti un uomo morto.