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Ansa. Franco Silvi
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Pedofilia: come difendere i minori sul web

A Bari un postino si fingeva donna per indurre le vittime a compiere atti sessuali davanti alla webcam. Un dirigente di polizia spiega come evitare i rischi

"L’adescatore è un soggetto seriale, non ha fretta. Il suo primo obiettivo è quello di 'fidelizzare' la sua vittima e per far questo si intrattiene con lei ore o giorni, fino a quando non ottiene quello che si è prefissato".

Il postino che si fingeva donna

A Bari, ad esempio, un postino di 40 anni, si fingeva donna per adescare minorenni e indurli a compiere atti sessuali davanti a una webcam. Le indagini della polizia postale pugliese sono state avviate dopo la denuncia di una madre di Vicenza che, rientrata in casa prima del previsto, ha scoperto il figlio tredicenne nudo nel salotto di casa intento a chiudere frettolosamente una conversazione via Skype con uno sconosciuto.

Il rischio dei social network

Il pedofilo trascorre intere giornate davanti al computer a navigare tra i profili delle sue potenziali vittime alla ricerca di tutti quei dettagli che possono essere per lui la chiave per iniziare una conversazione e per entrare in un rapporto di confidenza ed empatia. I social network rimangono il punto di partenza preferito per questi soggetti.

Imparare a essere riservati

"I ragazzi devono imparare a essere più riservati su internet e a non raccontare dettagli fondamentali che li riguardano oppure che interessano i loro familiari – spiega a Panorama.itCarlo Solimene, Direttore della II° Divisione della Polizia Postale di Roma – solo in questo modo riescono a non fornire dettagli importanti che possono essere utilizzati dal malintenzionato”.

Dottor Solimene, come ha inizio la conversazione tra un pedofilo e la sua vittima?
Molto spesso dai commenti che vengono effettuati dopo la pubblicazione di alcune fotografie. L’adolescente pubblica immagini che lo ritraggono in vacanza oppure in un luogo particolare e, da queste, il pedofilo trae spunto per aprire il dialogo. Spesso finge di essere stato anche lui negli stessi luoghi o di aver vissuto la stessa esperienza e inizia a chattare. Ovviamente non palesa immediatamente alla vittima, le sue reali intenzioni e per giorni continua a conversarci in modo amabile.

Praticamente è già iniziato l’adescamento...
Certo. Mentre fidelizza la sua vittima, però, continua a ricercare ad esempio, sul profilo Facebook , altre informazioni che la riguardano con l’unico fine di poter stringere un’amicizia così profonda da poter poi chiedere quello che realmente vuole ottenere dall’adolescente.

Quanto tempo impiega per raggirare la sua giovane vittima?
Il pedofilo non ha fretta perché mentre intrattiene una conversazione con una vittima, chatta contemporaneamente con altre vittime già fidelizzate. È un seriale. Quindi non ci sono dei tempi.

Ma qual è il profilo che viene utilizzato più frequentemente dall’adescatore?
Sono dei più svariati, ma solitamente si finge un coetaneo, dunque un minore oppure leggermente più grande della vittima; dichiara di aver frequentato la stessa scuola e di aver conosciuto gli stessi insegnanti; manifesta le stesse preferenze sportive o gli stessi interessi culturali della vittima e soprattutto si mostra molto interessato a come è organizzata la sua vita. 

Rientrano tra le domande più frequenti utilizzate nel grooming, ovvero nell'adescamento dei pedofili sul web, le abitudine non solo della vittima ma anche quelle dei familiari, per riuscire a capire quando è più facile riuscire a contattarli.

“È fondamentale per un genitore monitorare i cambiamenti di abitudini dei propri figli. Ad esempio, se chiude la porta della cameretta e trascorre moltissime ore sul pc o smartphone occorre verificare che cosa stia facendo e in che modo utilizza le tecnologie- conclude Solimene - ma soprattutto è importantissimo notare se l’adolescente comincia a chiudersi in se stesso. Questo non deve avvenire perché proprio in questa “chiusura” agisce il pedofilo”.

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Nadia Francalacci