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Tutte le patologie di Francesco Villi, il killer di Toronto

L'analisi della nostra profiler sull'autore della strage di Toronto

Francesco Villi era una persona presumibilmente caratterizzata da sospettosità generalizzata, sfiducia interpersonale ed una estrema rabbia che si manifestava quando riteneva di essere danneggiato o tradito dagli altri. Le intenzioni degli altri venivano interpretate come dannose e credeva che le persone si rapportassero a lui con allo scopo di ingannarlo, sfruttarlo o danneggiarlo.

Villi, nel corso del tempo, ha prodotto molti video postandoli su Facebook col fine di portare avanti le sue idee deliranti.

Nel video in cui l’assassino telefona alla Società amministratrice del Residence, emergerebbero chiaramente le sue problematiche relative ai rapporti interpersonali. Villi, percependo le persone come un pericolo, assumeva un atteggiamento difensivo. Le sue interazioni seguivano sempre un unico schema rigido: il prossimo veniva costantemente messo alla prova (nel video poneva una serie di domande alla stagista che aveva risposto al telefono nel tentativo di farla cadere in contraddizione) e costantemente provocato (nel video utilizzava un tono di scherno con il fine di mettere la ragazza in una condizione di inferiorità mostrando falsamente, nei suoi confronti, gentilezza, rispetto e cortesia). Il mettere le persone in una condizione di inferiorità sarebbe dipeso da una sua ipersensibilità rispetto all’umiliazione, minima o potenziale; nel momento in cui percepiva un’offesa, magari inesistente, reagiva con aggressività. Villi si sarebbe sentito inferiore agli altri per cui avrebbe utilizzato come difesa l’incolpare il prossimo (non sono io inferiore, sono gli altri che mi fanno sentire tale). L’interlocutore viene così a trovarsi in una situazione surreale e, non capendo cosa sta accadendo, reagisce assumendo a sua volta un atteggiamento di difesa che andrà a confermare i dubbi del paranoide (mi sta minacciando e aggredendo), rinforzando il circolo vizioso.

In un altro video l’assassino utilizzerebbe un banale raffreddore come esempio delle conseguenze delle onde elettromagnetiche sul proprio stato di salute. Nel video, oltre ai contenuti deliranti, emergerebbe chiaramente come Villi vivesse in un costante stato di allarme che andava ad inibire i ragionamenti di ordine razionale. Le interpretazioni di Villi sarebbero state il risultato di decodifiche sbagliate dei comportamenti e dei fini altrui. Le motivazioni e le responsabilità di ogni disagio personale venivano sistematicamente indirizzate verso altre persone, mai su di sé. Paradossalmente, in quanto paranoide, l’assassino avrebbe trovavo rassicurazione nel momento in cui le sue preoccupazioni fossero state confermate. Il rigetto della sua causa in Tribunale avrebbe quindi avuto l’effetto di farlo scompensare. L’esito sarebbe stato il venire a mancare della capacità di distinguere la realtà dalle proprie costruzioni mentali. A ciò si sommi l’incapacità di riconoscere lo stato mentale e i sentimenti provati dalle altre persone. L’insieme di questi fattori avrebbe fatto sì che Villi non fosse consapevole del proprio ruolo nell’innescare queste dinamiche disfunzionali, facendo sì che si percepisse come una vittima.

Nel video postato la mattina della strage si vedrebbe come il delirio persecutorio avrebbe preso il sopravvento. L’impulsività avrebbe preso il vantaggio e il controllo della rabbia sarebbe venuto a mancare portandolo così a commettere la strage.

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Cristina Brasi